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venerdì 8 ottobre 2010

I vinti

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Si dice che la storia venga fatta dai vincitori. Ma cosa accade quando da un grande conflitto si esce tutti sconfitti?
Cosa accade quando, naturalmente, scompaiono i testimoni oculari, quando la memoria si fa sempre più evanenscente. Quando le "verità" dei mass media sono più forti, passano e restano impresse più facilmente di quelle documentali?
Come si fa a venire a patti con la propria sconfitta come genere umano e quanto dura questo sentimento?


Forse il senso di colpa cade in prescrizione se non lo si esercita?
Lo status di vittima si acquisisce e si mantiene per usucapione? Per averlo esercitato per qualche decennio senza che nessuno osi replicare?

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Ma allora perchè non fare un bel falò della memoria in cui mettere insieme tutti gli stermini, i genocidi e le persecuzioni del secolo breve. A partire dagli Armeni, passando per la Shoah, ma anche per le Fosse Ardeatine e le Foibe, con una sosta nei Gulag e tra gli affamati dal socialismo, mettendo nel mucchio gli abitanti di Hiroshima e Nagasaki, con un salto in avanti fino ai desaparecidos, con una sosta nei Balcani con i suoi corsi e ricorsi di pulizia etnica, per terminare con i fratelli Ruandesi finitisi a colpi di machete e le migliaia di persone che non avranno un trafiletto nei libri di storia, ma non per questo sono morte meno crudelmente per crimini di guerra.
La guerra si sa è un fatto di uomini, di maschi, la pace è donna. Le donne odiano la guerra perchè porta via i loro compagni, i loro figli. La donna preserva, ingloba, protegge. La donna ricorda. Ecco perchè temo che finchè le donne verranno tenute lontano dal governo degli stati, per i vinti non ci sia speranza. Dopo il secolo breve è arrivato il secolo dalla memoria breve, dietro l'angolo la negazione della memoria.

4 commenti:

danmatt65 ha detto...

Veniamo dal secolo più violento della Storia: qualcuno vuol farci credere che lavora affinchè certe cose non accadano più.
Tutte balle, lo sappiamo.
La nostra natura è questa.
Ciò che dici delle donne è profondamente esatto, ma nom bsterà mai.
p
Purtroppo.

enzo ha detto...

Giusto ieri sera, al nostro Circolo, dicevo a un'amica, e a sua nipote con il pancione: voi donne siete la mia speranza per l'umanità; non perché siate migliori degli uomini, piuttosto perché noi uomini abbiamo dimostrato, nei millenni, che siamo esseri spregevoli o inutili, incapaci o malvagi.
Allez donne!

Anonimo ha detto...

Siamo lontani da questo traguardo, secondo me. Senza una catastrofe seria, non vedo grosse possibilità di cambiamento. Sarò io che son pessimista, però...

Trippi ha detto...

Daniele: il senso di rimozione per essere efficace deve lavorare su un terreno fertile. Ed ecco che la politica ha sempre invertito i ruoli, trasformato le vittime in carnefici o trovato una giustificazione alla persecuzione. Basta vedere quello che accade nei confronti dei Rom non solo oltralpe, ma anche in casa nostra.

Enzo: Le donne sanno essere crudeli, spietate e spesso di vendono per due soldi o per una carezza. Ma penso che siano geneticamente strutturare per sopportare il dolore, per conservare/proteggere e per ricordare. Quando non cercano di imitare il comportamento degli uomini o non creano uomini orribili le donne sono la mia speranza

Cinciamogia: temo che la catastrofe seria sia dietro l'angolo. I genocidi gli stermini non sono solo storia recente, ma hanno accompagnato la storia dell'uomo. Ecco io vorrei che smetta la storia dell'uomo e inizi quella delle donne. Donne che crescono figli con valori delle donne, non degli uomini. Ma per ora fa comodo a troppi tenerci lontane dalle stanze dei bottoni. Spero che quando riusciremo ad entrarci con un mente, un progetto davvero "femminile" non sia troppo tardi.

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