ancora miti, riti e liturgie di abbordaggio metropolitano

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sabato 29 maggio 2010

Dalla parte del toro

Non so se sia colpa dell'alternarsi pioggia /sole pioggia/sole a Milano, lo yoyo meteorologico ha effetti devastanti sull'umore. Il mio! Così, forse anche per la reperibilità h 24 del Signore delle tempeste, cincischio e tergiverso tra faccende domestiche e attività che mi garantiscono l'elettroencefalogramma piatto, con picchi di isteria e nevrosi che solo le donne in sindrome premestruale riescono a toccare. E così ho un diavolo per capello sin dal mio rientro dal lavoro ieri sera alle 8.30, carica di sacchi per la spesa come un mulo, la prospettiva di una serata in compagnia dell'amica di tutte le donne, la ceretta e nessuna possibilità di sfogarmi sulla pista da ballo.
A mezzanotte e mezzo ero già a letto, il Signore delle Tempeste in coma profondo già da un ora. Ma alle 0.44 un piccolo frammento della Milano multietnica entra dalla finestra della mia camera da letto, una cacofonia di bottiglie rovesciate e vetri rotti, di parole biascicate e scontri verbali tra ubriaconi, che immancabilmente finiscono con lo sfociare in minirisse e tavoli rovesciati: perchè nel bar cinese sotto casa gli avventori saranno anche arabi, ma bevono come cosacchi e urinano come saccopelisti tedeschi.
Ma il peggio è arrivato al risveglio, quando sono uscita per sbrigare un paio di faccenduole e dopo aver parcheggiato mi sono accorta dell'incontro ravvicinato tra la parte posteriore della mia auto e, vista l'altezza dei danni, un SUV nero, che infatti era ancora li, appiccicato alla carrozzeria e nei frammenti arancioni del faro, una strisciata ben calcata. Qualche genio deve aver fatto manovra sulla  mia auto per uscire dai parcheggi in colonna vicino alla metro. Anche perchè sotto casa posiziono l'audi a spina di pesce e entro in retromarcia (così se scarico la batteria è facile attaccare i cavi).
Ed ecco che comincio a sentire l'odore del sangue, proprio come uno squalo o un vampiro. Figuriamoci poi se una volta tornata a casa per una volta i parcheggiatori selvaggi , epicentro del mio odio atavico e oggi quantomai motivato, si smentiscono. ---->

Quando il troppo stroppia




E' appena passato un inverno costellato di stivali UGG e cloni, ragazze magre, grasse, basse, alte, tutte in giro con queste babbucce alte da astronauta.
Poi, al crepuscolo della brutta stagione, come funghi prataioli hanno cominciato a dilagare gli indianini, stivali rasoterra portati con jeans seconda pelle, fuseaux lunghi e corti o gonnine pseudo etniche. Mille varianti, decine di colori ma tutti simboli dello stesso esercito di modaiole tristemente uguali.
Adesso è arrivato il momento delle scarpe che coprono il collo del piede se non addirittura la caviglia o tutto il polpaccio, e dicerto non altrettanto belle quanto quelle della foto qui sopra.
Va bene seguire la moda ma ci sono dei limiti, almeno due fondamentali:
1. Hai il fisico da piccolo bombo con le gambe piu corte e tozze di quelle di Bagonghi pertanto, lascia perdere.
2. Ma non lo vedi che le hanno tutte? Siete tutte uguali, se non fosse per la faccia non vi si distinguerebbe.


venerdì 28 maggio 2010

Quiz fotografico



A chi appartiene questo polso?



Un paio di suggerimenti:
è un icona di stile, o perlomeno lo è stata, è la protagonista di uno dei telefilm più amati dalle donne e il suo film in uscita oggi nelle sale italiane farà il pienone di spettatrici.


se continuate a leggere (cliccate sul titolo del post) per trovare la soluzione e

lunedì 24 maggio 2010

Lady Marmalade o Venus Williams?








Fonte Foto









Che spettacolo al Roland Garros! Ieri Venus Williams vince 6-3 6-3 contro la sua avvesraria e fa parlare di se per il suo look da star del Moulin Rouge.

Un negligé di pizzo nero profilato di rosso e biancheria intima color carne hanno infiammato gli 80 minuti di gioco in uno dei più importanti tornei di tennis al mondo.

Che bella!


Sono arrivati gli EPdays

Fonte Foto

Mentre ero in sala d'attesa all'ospedale aspettando il mio turno per fare una visita, stamattina ho dato una sfogliata ad una copia di City, abbandonato sulla sedia di fianco alla mia.

la notizia, in realtà un trafiletto di poche righe, che attrae la mia attenzione è che da oggi e per i prossimi tre giorni, per tutti coloro che soffrono di eiaculazione precoce, sarà possibile prenotare una visita gratuita.

Chiamando il numero verde 800933318 si potranno conoscere i centri, sparsi in tutta Italia, che offrono questo servizio.

Visto che ne abbiamo parlato diverse volte in altre chiavi, mi sembra doveroso, per una volta, dare spazio alla serietà e segnalare questa iniziativa.

Per ulteriori info c'è un sito a disposizione

Privacy: tutele, legalità o assurdità?

La Rissa- Fortunato Depero, 1926

Non sto per tirarvi l'ennesimo pippone sul DDL Alfano, sulle scuse che andrebbero fatte ai peggiori delinquenti per averli intercettati e al fatto che nei blog, a breve non si potrà più parlare di certi temi, non per scelta ma per legge.

Sto per raccontarvi in che modo, le leggi, se usate in modo assurdo possono favorire chi commette un reato o una scorrettezza, non le vittime.

L'anno scorso proprio in questo periodo una mia cara amica subì un'aggressione fisica da una sua coinquilina che tentò dapprima di soffocarla, poi di darle fuoco. Una cosina così, tranquilla tranquilla, una litina domestica come la chiamerebbero le forze dell'ordine. Il gesto estremo della ragazza, non era neanche il primo in qualche mese di convivenza. Infatti poco dopo essere entrata nell'appartamento aveva tentato il suicidio ingollando una quantità industriale di sonniferi e chiamando in suo soccorso il fidanzato che aveva lasciato qualche ora prima, in preda a una furia incredibile da gelosia. La mia amica venne informata dai genitori della ragazza subito accorsi in citta e installatisi in casa (giusta preoccupazione di genitori per carità) che non era la prima volta che la figlia compiva gesti estremi di questo tipo e la ragguardarono sui vari episodi di anoressia e bulimia che ne avevano segnato la giovane vita. Evitarono però di raccontare che questi gesti estremi non erano solo "autolesionisti" passatemi il termine, ma a un certo punto si erano focalizzati contro un familiare in particolare, epicentro della sua ira e aggressività.

Questi dettagli sono saltati fuori solo DOPO l'aggressione alla mia amica, che ha dovuto chiamare la polizia e i genitori della ragazza per farsi staccare di dosso la furia! Questi ultimi a questo punto hanno raccontato i retroscena nascosti fino a quel punto, sperando nella comprensione umana della mia amica, che dopo un'agressione del genere era piena di tutto tranne che di umana comprensione e ha chiesto alla signorina e ai genitori di levarsi cortesemente dalle balle!

Ma la ragazza, supportata nel suo delirio dai suoi familiari, come una moglie respinta, ha denunciato la mia amica per averla cacciata dall'abitazione e per aver violato la sua privacy informando i genitori dell'accaduto.

Potete immaginare il tran tran legale e il balletto degli avvocati che ne è derivato: la mia amica ha fatto una querela e un'esposto per l'aggressione subita chiedendo l'allontanamento della ragazza dal tetto, ma nel momento in cui ha provato a raccontare le confidenze sulle aggressioni ai danni dei suoi familiari alle forze dell'ordine, per corroborare e dettagliare meglio per quali motivi era meglio allontanare la ragazza, si è sentita rispondere che in questo modo violava la privacy della coinquilina.

Andranno davanti al giudice a breve per la querela della signorina dai nervi fragili, ma la mia amica non potrà chiamare a testimoniare sugli episodi di follia precedenti l'ex fidanzato della ragazza, sempre perchè così facendo ne violerebbe la privacy. Poi dovranno tornarci per quelle fatte dalla mia amica, la quale ha fatto l'errore di non farsi refertare, poichè in un primo momento era convinta di risolvere la cosa pacificamente.

Ed ecco che ne esco sempre più rafforzata sulla mia posizione: denunciare sempre le aggressioni, proprio per tenere una sorta di tracciabilità dei comportamenti estremi di queste persone ed evitare che, sempre impuniti, un giorno o l'altro riescano a portare a termine i loro gesti etremi. Come capitò a mio fratello, vittima di un bullo di paese che aveva già in curriculum l'aggressione a un professore delle scuole medie (un accoltellamento mica pizza e fichi). Il professore impietosito dalle richieste dei genitori, non denunciò, per dare una seconda opportunità al ragazzo. Si, possibilità di riuscire nell'impresa la prossima volta!

Infatti nel mentre il bulletto era diventato il punto di riferimento di una piccola gang di minorenni minorati che molestavano gli studenti delle superiori in attesa degli autobus. Mio fratello fece l'errore di reagire e si ritrovò nel mezzo di una rissa (uno contro tutti). Non essendo proprio un fuscellino si difese talmente bene dalla babygang da uscirne quasi "illeso", ma non aveva considerato la vigliaccheria di un pesudo-aspirante capetto che vede messa in crisi la sua autorità. Così, a rissa finita e a bocce ferme, un frammento di blocchetto per edilizia, raccattato per terra dal galletto ha raggiunto vigliaccamente la testa di mio fratello, da dietro, mentre si allontanava, rendendolo sordo a un orecchio.

Nessun fermo giudiziario per il piccolo boss, non aveva precedenti, tra l'altro non era neanche accusabile di tentato omicidio perchè un blocchetto non è considerato un arma propria.

Mi chiedo se avrebbe dovuto colpirlo con una statuetta del duomo di Milano per essere denunciabile.

Non vi dico poi le pressioni parte dei genitori dell'aggressore perchè i miei non denunciassero, mio fratello era ancora minorenne, ma il figlio aveva appena raggiunto la maggiore età, e le minacce e intimidazioni dirette ai testimoni poi, una volta partita la denuncia. Come se non bastasse un mattone che ti colpisce in testa, scagliato alle spalle!

Mi chiedo così e lo chiedo a voi se non siano proprio questi genitori pronti a fare da schermo e a ipertutelare le fesserie dei figli la vera rovina di questi figli e la rovina delle loro vittime?


giovedì 20 maggio 2010

Amabili resti



Se realtà e narrativa coincidessero mi chiedo cosa potrebbe mai pensare Elisa Claps dell'arresto di Danilo Restivo. Se anche Elisa, versione reale di Susie Salmon di The Lovely bones potesse sentire le dichiarazioni del padre e della madre, assistere al passare del tempo e al ritrovamento dei suoi resti dal paradiso personale in cui si trova dal 12 settembre del '93.
Se solo avesse potuto RImettere piede su questa misera terra cosa avrebbe fatto Elisa? Avrebbe risposto alle domande di un padre pietrificato dal dolore? Avrebbe indicato in qualche modo agli inquirenti la pista giusta da seguire, impedendo nuovi delitti? Si sarebbe fatta giustizia da sola? Avrebbe cercato di vivere quella prima esperienza d'amore nella giusta dimensione di affetto e di scambio con un primo amore interrotto bruscamente?
Queste domande mi si affollano in testa, stupidamente, mentre leggo queste dichiarazioni di Antonio Claps su Corriere.it. Per quanto si possa essere empatici con il dolore altrui, condolersi per una vita spezzata assurdamente troppo presto, per i troppi interrogativi che opprimono un genitore, io non potrò mai neanche minimamente intuire o misurare quanto sia grande il buco nel petto di quest'uomo.



Quelle donne di bianco vestite

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DELIRI DI UNA GESTANTE

Non mi riferisco alle damas de blanco cubane, nessuna associazione alle lotte per i diritti polici o umani, per carità!

Ce l'ho a morte con le signorine che mi appaiono in sogno tutte vestite di bianco, magre e abbronzate, ostentando la loro splendida forma fisica. Queste sfilate notturne davanti alla mia pancia rotonda mi fanno proprio incazzare.

White ladies, lasciatemi in pace...almeno di notte!

martedì 18 maggio 2010

International Day Against Homophobia


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A drag queen performs during an event commemorating International Day Against Homophobia in Santa Clara, province of Villa Clara in central Cuba, about 280 kilometers (174 miles) from Havana May 17, 2010. Much has changed in Cuba since the 1960s, when homosexuals were sent to work camps, or the 1970s, when gay men and women were denied certain jobs as "ideological deviants". Since President Raul Castro took office, Cuba has allowed doctors to perform sex change operations and the parliament is studying proposals to legalize same-sex unions.
Giornata Internazionale Contro l'Omofobia
17/05/2010 La performance di una drag queen nel corso di un evento in commemorazione della giornata internazionale contro l'omofobia a Santa Clara una provincia nel centro di Cuba, a 280 km dall'Avana. Molto è cambiato a Cuba dagli anni 60, quando gli omosessuali venivano mandati nei campi di lavoro, o negli anni 70 quando ai gay (uomini e donne) venivano rifiutati alcuni lavori perchè "ideologicamente deviati". Da quando si è insediato il presidente Raul Castro cuba ha autorizzato i medici ad effettuare operazioni di cambio di sesso ed è all'esame in parlamento una proposta di legge per legalizzare le unioni tra persone dello stesso sesso.

Credit: REUTERS/Enrique De La Osa

Multe a strascico, la ballata dell'auto in doppia fila


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Sarò vittima di una mentalità punitiva, ma penso che per la maleducazione e l'inciviltà troppo spesso una dura sanzione sia l'unica soluzione possibile. Se l'unico modo per scoraggiare chi blocca il traffico e i regolari spostamenti di chi rispetta le regole, per la pigrizia di non fare due metri a piedi o la malsana convinzione che il proprio tempo sia più prezioso di quello altrui è montare una telecamera sulle volanti e filmare i trasgressori... Beh ringrazio De Corato il suo Street Control e gli stringo pure la mano. Chiamatemi pure talebana del pacheggio, ma non vedo l'ora che finisca il mese e questi pseudo sceriffi dei posteggiatori a castello inizino a girare per Milano.
La tecnica dovrebbe essere quella della pesca a strascico, che va a pescare appunto, le auto in sosta selvaggia, incolonnate lungo vie ben note di Milano.
Se proprio devo dirla tutta io vorrei una volante fissa sotto casa, dove ormai la cafonaggine ha raggiunto livelli epici. Ultimo episodio ieri sera, al ritorno dal lavoro, quando ho visto rosso e nero nonostante sia tutto fuorchè milanista, perchè sulla corsia di casa (in cui si trovano un centro Vodafone e uno dei pochi pub in cui si può fare un aperitivo decente nella zona) una lunga colonna di auto bloccava quelle parcheggiate a spina di pesce e i carrai.
Sull'altro lato il deserto dei tartari, posti liberi a pioggia.
L'ultima faccia di tolla pigro ha tappato due auto proprio di fronte a me. Devo ammetterlo, pur non avendo i picchi emotivi della socia in gravidanza mi ha solleticato l'idea di far notare l'inciviltà al maleducato picchiettandogli sulla spalla e indicandogli i posti liberi con un calcione, assestato, perchè no, con lo stile e la femminilità di Daisy di Hazzard.



lunedì 17 maggio 2010

Se qualcuno ruba un fiore...

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Sono sempre stata poco tollerante verso i prepotenti, gli approfittatori, i maleducati e i furbastri in genere; adesso che sono incinta poi, con tutti i livelli ormonali sballati, manderei aff***ulo anche il gatto se la cosa mi desse un minimo di soddisfazione.

Mal digerisco la signora che al bar, mentre bevo il cappuccino al banco mi passa davanti e appoggia la sua tazzina sporca proprio dove c'è la mia colazione. Questo è successo ieri mattina ed evidentemente il mio sdegno è stato tale che oggi, la ragazza del bar mi ha chesto se andasse tutto bene, parlandomi con un tono accondiscendente, come si fa coi pazzi furiosi.

Faccio fatica a sopportare il cliente che mi chiama (lavoro in un call center se qualcuno se lo fosse perso) e mi chiede in regalo una promozione per il suo telefonino, con la voce spezzata dal pianto mi informa che il padre è morto e la madre è gravemente malata, quindi non si può permette di pagare per avere i messaggini gratis per un mese. Santo cielo! anche mio padre è morto ma mica la Telecom, o Sky mi hanno omaggiato con opzioni particolari!

L'episodio di stamane però, non so come descriverlo, forse l'apoteosi dello schifo.

Oggi sono di riposo e dopo aver lavorato sabato e domenica approfitto per andare al cimitero a trovare mio padre e cambiare i fiori (che nessuno mi ha regalato). Siccome il colombaio è in alto serve la scala quindi io e mia mamma prendiamo quella più vicina, dopo qualche minuto arriva una donna sui settant'anni e ci dice: "avete finito?", io rispondo gentile "no, siamo appena arrivate". Bene, si piazza li e comincia a guardarci, chiedento ogni due minuti la stessa cosa di prima. Poi, la tregua. Si fa un giro nel cesto dei fiori buttati via da poco e cerca qualcosa che si possa ancora recuperare, intanto io osservo. Si riavvicina e pone di nuovo la "domanda", io inzio ad innervosirmi e rispondo, meno educatamente: "vada a cercarne una, quando la trova mi chiama e io vengo a trasprtargliela vicino alla tomba del suo caro". Se ne va. Cinque minuti ancora e torna con un mazzetto di fiori di stoffa. Uhm... ha rubato i fiori da un'altra tomba!! Cavolo è una ladra di fiori! Ma come si fa dico io? Mi trattengo a stento, mentre mi indica la scala che ha trovato e chiede l'aiuto promesso. Non dico niente ma bofonchio con mia mamma, mai vista una cosa del genere.

Ho fatto bene a trattenermi in fin dei conti?
Finito tutto, passando davanti alla ladra di fiori, la troviamo seduta su un gradino della scala, sconsolata, mentre fissa tristemente una tomba.

"Arrivederci signora!"

"Arrivederci..... Questo è mio figlio...."

Cosa avrei potuto mai dirle?

venerdì 14 maggio 2010

La media val ben un'ora di religione! O no?

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Penso che l'ora di religione facesse media anche ai miei tempi, ma forse sbaglio. So solo che non appena venne introdotta la possibilità di non farla mi avvalsi della facoltà di fare ora buca!

Nella somma di quelle ore ho letto di tutto di più, ma sarei rimasta volentieri in classe se non si fosse trattato di catechismo mascherato da didattica. Ad essere sincera penso che fosse contento della mia assenza anche l'insegnante di religione di turno, facevo domande fastidiose e irritanti sulla simbologia cristiana ereditata da altre religioni e reciproche influenze.

In tutta onestà la possibilità di aumentare o meno la media con l'ora di religione era un problema o un vantaggio di chi la seguiva e scorreva nei binari della mia più totale indifferenza. Insomma chisenefregava e chi se ne frega.

Il mio problema era l'avere a che fare con insegnanti spesso poco preparati e poco disponibili al confronto.
Poi però mi sono iscritta all'università, quella Cattolica di Milano e li ho dovuto sostenere 3 esami di teologia obbligatori. Si poteva se non altro scegliere l'ambito, così io, miscredente, ho selezionato l'esame in base al contenuto e non alla semplicità del tema o bontà del docente (come facevano i miei colleghi praticanti, ma si sa loro sapevano già tutto).

Ed ecco l'Analisi della Bibbia come testi letterario (chi ha scritto la bibbia, le tre fonti e le discrepanze) il primo anno, i riti dell''Iniziazione cristiana il secondo e Econonomia ed ecologia il terzo.

Non ci crederete, ma mi sono appassionata, tanto da riportare ottimi risultati. Per i primi due esami il docente era un monaco francescano, Padre Falsini, teologo della CEI che parlava in modo totalmente diverso dai preti di provincia, una persona con cui poteva essere interessante un confronto e uno scontro (infatti penso abbia avuto qualche problema, non so se con la CEI, con la Cattolica o con entrambe). Un uomo con delle risposte credibili e non un pretuncolo con i paraocchi.

Sul terzo esame stenderei un velo pietoso, non tanto per la materia e il risultato, ma per il modo surreale in cui si tenne. Ricordo che Monsignor Motal, il titolare della cattedra arrivò in aula con un nutrito gruppo di assistenti che sembrava uscito paro paro dalla Piccola bottega degli orrori e/o dalla famiglia Addams, circondato dall'aura e dal mito di bloccare ad libitum i laureandi che avevano tenuto il suo come ultimo esame.

Lo strano gruppetto chiuse le persiane e sbarrò le porte, dispose i banchi a forma di croce, ritirò i libretti di tutti, cacciò fuori dall'aula gli studenti che non dovevano sostenere l'esame e a un certo punto assunse atteggiamenti tipici di chi è mentalmente disturbato e provato.

Ancora adesso non mi spiego lo strano balletto e il delirio di quella giornata, ringraziai l'assistente che mi interrogò e scappai via al termine dell'esame contenta di averlo superato senza ferite e con la convinzione di aver chiuso l'esperienza.
Mi sbagliavo, nonostante una foto della mia laurea mi ritragga mentre faccio il gesto dell'ombrello e dico "Avete finito costruire nuovi chiostri con i miei soldi" la settimana successiva eccomi iscritta al Master post laurea. Fu così che sostenni il 4 esame di teologia, spacciato per Etica e Deontologia professionale durante la specializzazione, ma è comprensibile, perchè come già detto altre volte per i cattolici la loro è l'unica morale possibile oltre che la migliore.


Mi scappa un pamphlet

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Ho evitato ed eviterò ancora di parlare di questo tema, per tornare al mio scetticismo critico, ma ieri sera mentre aspettavo che la lavatrice finisse il lavaggio mi sono beccata, nell'ordine, frammenti di Anno Zero, schegge di un approfondimento giornalistico del TG3 e macerie di un talk inguardabile su Rai 2 con la Setta, ospiti la Mussolini, Sandra Milo e il culo del momento, Nina Senicar, persino un'intervista a Riccardo Schicchi su donne e politica (o viceversa). Ovunque i toni scandalizzati per la lista Anemone e l'ira del premier dei miei connazionali contro i ladri, che devono pagare.

Tutti gli esponenti non coinvolti o non ancora beccati a darsi pacche e buffetti di congratulazioni per non far parte della cricca e a dare del ladro und calpestatore della patria ai 400 della lista.

Si sono riscoperti tutti giustizialisti, tutti Di Pietro dell'ultim'ora.

Adesso facciamo pure che siamo un paese di "coglioni" per citare un esponente politico, va bene anche che l'Italia è un paese malato di Alzheimer, va bene anche la demagogia e il populismo, ma non capisco di cosa stiamo parlando!

Quale sarebbe la notizia? Dove sarebbe la scoperta? Di cosa ci si meraviglia? Quale sarebbe il punto di svolta epocale? Il fatto che opinion leader, dirigenti in posizioni strategiche e ruoli nevralgici e membri del governo abbiano ricevuto favori personali? Non avrebbero dovuto accettare? C'è qualcuno che si scandalizza perchè l'hanno fatto?

Accusatemi pure di essere meccanicista, di tornare alla obsoleta teoria dello stimolo==> reazione, ma non è normale che dove ci sia corruzione e concussione ci siano corrotti e concussi? Se proprio chi si scandalizza di più, adesso, non solo è inquisito per aver fatto sistema di questo modo di gestire gli affari e rifiuta di sottoporsi al giudizio della magistratura di che cosa stiamo parlando? Perchè gli accoliti, i fedelissimi avrebbero dovuto comportarsi diversamente quando tutte le volte che parte uno scandalo o un'avviso di garanzia per concussione si grida alla magistratura rossa, al complotto?
Lo ammetto sarò ingenuotta, sempliciotta e pure un pò tontazza, ma queste domande per me sono e restano retoriche!



mercoledì 12 maggio 2010

Fiacchi mulinelli sentimentali

Se le parole sono trappole, silenzio e compromesso sono le vie d'uscita da una crisi, il punto di equilibrio.


Non dire notte di Amos Oz, è il racconto di una crisi sentimentale sullo scenario di una cittadina israeliana a ridosso del deserto del Negev. Crisi familiare che è anche scusa e pretesto per offrire tanti piccoli spaccati di vite e crisi altrui. Sono i racconti delle stranezze, i drammi e le idiosincrasie degli abitanti e delle persone di passaggio a Tel Kedar l'anima e il motore del romanzo, la luce che illumina l'esistenza della coppia di protagonisti, persi nella confusione e nell'inconcludenza della quotidianità, annebbiati, ottusi e per questo così umani.

Theo ha 60 anni, Noa 45. Lui ingegnere urbanista con una lunga carriera dedicata al servizio dello stato alle spalle, ora un'attività in proprio che segue saltuariamente. Lei insegna a ragazzi dai nomi troppo simili che confonde immancabilmente, nomi, facce e storie sovrapponibili che non restano impressi. Dopo la morte per droga (o suididio) di uno di essi il padre del ragazzo, Ivrahim Orvieto, le chiede di occuparsi di un'iniziativa in memoria di lui, un centro di riabilitazione. La richiesta giunge inaspettata, perchè Noa ricorda il ragazzo solo per la sua riservatezza e per qualche rapido scambio di battute. Nessun ricordo sull'essere "la preferita" dal ragazzo, per avergli donato una matita come raccontatole da Ivrahim.

Intorno alla realizzazione del centro Noa riversa passione e entusiasmo come un fiume in piena, senza incalanare questa energia in alcun idea o progetto concreto suscitando lo scetticismo di Theo che la vede vagare come una Farfalla che sbatte da una parte all'altra della stanza mentre cerca una via di fuga, senza vedere la finestra aperta.

Questa energia cinetica sprecata, insieme con il senso di abbandono e tradimento pervade tutto il libro e le vite che sfiorano e segnano quelle dei protagonisti, spesso raccontate dalla duplice prospettiva del dialogo solitario delle due voci narranti di Theo e Noa e da una terza che li scruta entrambi, radiografando le loro piccolezze e immensità. Padri rabbiosi e traditori, zie integraliste e egoiste, famiglie disgregate della follia collettiva e del singolo, gigolo da strapazzo e donne bambini, granitiche, sole. Su tutto poggia l'abbandono, come la polvere che penetra nelle case e nelle vite dei personaggi. Nel bellissimo racconto dell'adozione dello scimpanze in Africa, allevato dalla famiglia Orvieto considerato figlio e fratello finchè la sua stessa presenza non diventa ingestibile, il cucciolo ormai adulto ingombrante e persino pericoloso diventa il simbolo di questa parabola costante di amore e abbandono, passione e insensatezza, di tradimento e futilità.

Noa e Theo girano a vuoto, alla ricerca di un qualcosa che renda la vita degna di essere vissuta, come la vorticosa sabbia del deserto che penetra nella cittadina, rendendo a volte impossibile vedere al di la del proprio naso, ma nonostante i fiacchi mulinelli sentimentali finiscono per ritrovarsi ancore l'uno per l'altra. La loro storia è l'apologia del compromesso, per citare l'autore, come incontro a metà strada tra due volontà. L'unica filosofia di vita possibile in ambito familiare e politico. Filosofia di vita perchè a sua tutela.

Un bellissimo romanzo e una storia di vita umanissima incentrata sull'amore e il senso di vuoto, di perdita.

Da leggere tutto d'un fiato.




lunedì 10 maggio 2010

Tutto il resto è vanità



Nelle belle giornate, quelle che per il momento non ne vogliono proprio sapere di farsi vedere e godere, in pausa pranzo mangio un boccone veloce e vado a leggere qualche pagina del libro di turno in un parchetto vicino al mio ufficio, in piazzale Bacone. Parchetto è un nome pretenzioso, per un cerchio di alberi sopra un cerchio di panchine, vicino un'area recintata con giochi per i bambini, ma è quanto di più vicino a un parco si possa immaginare in molte zone di Milano.
Di recente è scomparsa la scritta DERATTIZZAZIONE IN CORSO e mi sento già meglio, perchè mi da una sensazione di concluso, di fine del pericolo imminente.
Anche perchè l'idea dei ratti mi fa tornare in mente quelli visti da adulta nel parco di Porta Venezia, quello in cui le papere e i cigni della mia infanzia sono stati rimpiazzati da pantegane da competizione che pucciano allegramente nel ruscelletto. Così grosse che per un attimo ho pensato fossero nutrie!
Ma torniamo al parchetto, un piccolo spaccato di vita multietnica milanese: i giochi occupati, a seconda delle ore e delle condizioni meteo da bimbi accompagnati da mamme, papà e tate, da coppiette di adolescenti con l'ormone che picchia in testa intenti a scambiarsi le prime effusioni e baci infuocati o da ragazzi scherzosi e urlanti che fumano canne e si fanno scherzi più o meno pesanti e cattivi.
Sotto gli alberi, invece, le panchine sono spesso occupate per tutta la lunghezza da gruppetti di senza tetto, la mattina presto e il pomeriggio tardi presidiano l'area, le voci impastate a commentare il passaggio dei lavoratori frettolosi.
Ci sono però un paio di persone che spiccano per la loro diversità neanche a dirlo sono due donne. Una ha fatto sua comparsa un mese fa per una settimana circa, sui 65 anni, le forme del benessere e del colesterolo alto, l'aspetto di una nonna. Spesso un sacchetto con del cibo acquistato in un negozio a denunciare la sua reale condizione una borsa troppo grande per contenere gli effetti personali di chi è di passaggio e una coperta pronta a coprirla tutta, quando si sdraiava. La ricordo seduta con la pacatezza della mezza età, mangiare una colomba presa in offerta in un supermarket della zona, in offerta a 1 euro subito dopo le feste. Poi non l'ho più vista.
L'altra è una signora sui 45 anni, capelli ricci, scura di carnagione e un borsone sportivo. Ospite fissa e riservatissima del parchetto. In un primo momento non avevo capito che avesse dei problemi, pensavo che amasse trascorrere la pausa pranzo all'aperto come me. Spesso ago e filo in mano, a rammendare qualcosa. Poi ho capito. E ho notato che faceva un uso continuo dell'acqua della fontana, pulitissima e dignitosissima. L'altro ieri è passata davanti alla gastronomia con il suo borsone personale e una nuova tuta da ginnastica. Mi sono chiesta chi le abbia dato quella tuta da ginnastica, dove stia dormendo e come passi la giornata.
Mi chiedo cosa le sia successo per finire sulla strada e so che farle la domanda sarebbe un intrusione inacettabile. Lo comunica con tutto il suo corpo, Basto a me stessa statemi lontani. Mi chiedo come si possa essere così soli da non avere nessun altro punto di riferimento che un piccolo cerchio di panchine e una fontana e capisco il senso profondo della parola solitudine. Come nella novella di Pirandello mi chiedo se la vita sia davvero un soffio. Non tanto perchè un giorno ci sei e in un attimo non ci sei più, ma perchè un momento hai tutto e in un soffio, pfffiu, non hai più niente se non te stesso e la tua dignità. Tutto il resto è vanità.

martedì 4 maggio 2010

Luci a Bisceglie MM1


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E' un mio problema cronico, dimentico i fari accesi e scarico la batteria. L'estate scorsa riuscii a far fuori nell'ordine, quella del fidanzato, la mia e giusto per non farmi mancare niente riuscii persino a mettere il carburante sbagliato dopo aver sostituito la batteria nell'auto di lui. Di questo passo, rischio di essere catalogata tra i disastri ambientali, per la capacità di fare fuori batterie e serbatoi d'auto.
Nell'ultima settimana ho ripreso a guidare l'auto del Signore delle Tempeste perchè la mia dovrebbe essere revisionata, ma per poter passare i controlli avrebbe bisogno di un bel treno di gomme seminuove, anche rigenerate, che sostituiscano quelle attuali, con i ferri fuori. In effetti non ho neanche pagato il bollo. Se proprio devo dirla tutta è giusto perchè durante l'ennesimo mercato sotto casa i vigili si sono piazzati proprio di fronte alla mia audina parlavano tra loro e scrutavano. Magari stavano li per caso, ma la sottoscritta, con il sedere sporco e la paranoia che le avrebbero contestato la guida di un macinino, con relativa richiesta di documenti non in regola ha pensato bene di prendere l'autobus per arrivare alla metro, una volta tanto.
Così mi sono ripromessa di aspettare il prossimo stipendio e fare tutto, giuro: gomme, revisione e persino un bel lavaggio! Sempre che non decida di venderla a uno dei vari ometti che mi lasciano i bigliettini sui vetri.
Nel mentre guido la Opel e consapevole di essere una calamita per i disastri oltre che una pessima autista, riduco il tragitto il più possibile, anzichè arrivare alla fermata della MM1 Primaticcio, vado al capolinea Bisceglie MM1.
Per tornare ai fari, in genere la dimenticanza da vita ad allegri siparietti esilaranti, per gli altri ovviamente, ma ieri proprio nel momento in cui ho realizzato il problema, si è scatenato un tifone tropicale in piena regola nella triste piazzola di periferia milanese.
Sotto il diluvio l'unico poveretto che sono riuscita a placcare si è mostrato tanto disponibile quanto inutile. Prima ha chiesto istruzioni al padre via cellulare, poi mi ha guardata tra il basito e il disperato mentre armeggiava con una mano sola contro il cofano nel vano tentativo di aprirlo per collegare i cavi. L'altra mano a reggere l'ombrello nella posizione del salice piangente, completamente inefficace, sotto le raffiche di pioggia trasversali, se non per bagnare quel poco di asciutto che restava dei miei vestiti.
Alla fine mi ha proposto un passaggio fino a casa, ho accettato. Era uno sconosciuto, ma così effeminato che non ho esitato neanche un istante!
Stasera mi aiuterà il Signore delle Tempeste, il quale naturalmente mi ha fatto subito notare che dovremo cambiare la batteria, dato che Sicuramente l'avrò rovinata, Se non vogliamo rischiare di ritrovarci a piedi ai primi freddi (cioè adesso.. non è appena ricominciato l'inverno?).
Io faccio l'offesa e mi riprometto di rischiare le multe e gli stop dei vigili piuttosto che guidare di nuovo macchine altrui, che oltrettutto non suonano quando lasci i fari accesi.
Lo so che vivo con i cordoni ombelicali, ma il bello di avere l'auto propria è che te ne puoi fregare altamente e non fai fesserie per il semplice fatto che temi di farle! Eppoi l'autonomia di poter parcheggiare dove si vuole dove la mettiamo, persino sopra un panettone del centro città, a castello, proprio come piace a me!

Questa foto venne scattata per strada da Dieguito, un amico salsero, durante i festeggiamenti per la vittoria dei mondiali di calcio il 9/7/2006.





domenica 2 maggio 2010

La Mennulara: un ritratto con il ritmo del noir


Bellissimo ritratto di signora con gli stilemi del noir.
Alla morte di Maria Rosaria Inzerillo "criata" (serva), domestica della famiglia Alfalippe, amministratori incapaci di gestire se stessi e tantomeno i propri beni, le chiacchere di paese e i ricordi della gente che l''ha conosciuta ne ricostruiscono i contorni.
Sono proprio i punti di vista dei compaesani a tratteggiare la prismatica personalità di questa donna, conosciuta con il soprannome della "Mennulara", Mennù. Ma nonostante il vocio e i pettegolezzi della piazza e i paesani e la stessa famiglia che ha servito fino alla morte non sembrano cogliere davvero l'essenza di questa donna: coraggiosa e sacrificata, generosa e manipolatrice, colta e analfabeta, vittima e carnefice. Un personaggio che nessuno sembra capire e conoscere davvero, ne chi la ama, ne chi la odia.
La sintesi di ogni donna.

Solo il lettore, dalla somma di questi piccoli ritratti parziali può vedere questo diamante nella sua interezza e splendore.

Un libro esilarante e toccante, da leggere.


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