ancora miti, riti e liturgie di abbordaggio metropolitano

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venerdì 25 settembre 2009

Dei Delitti e del Pen-alista

di Trippi

ringrazio l'amica Deb, che ha segnalato su facebook la condanna dell'avvocato che era stata beccata qualche mese fa mentre faceva sesso orale in carcere con un detenuto. Si era giustificata con un "mi era caduta la penna sotto il tavolo!". La pen-alista è stata sospesa per 6 mesi dall'ordine, ma prevedo con la mia sfera di cristallo che ci sarà un boom di nomine non appena tornerà in attività!

L’amore è… (16)





La consapevolezza che per quanto il tuo cervello, le tue amiche e sorelle, il tuo psichiatra e persino il tuo cane ti bisbiglino, insinuino, consiglino, abbaino di no



TU



finirai per cedere.






Sherazade



Finchè noia non ci separi

fonte foto

Di Trippi

Settimana scorsa mi è capitato di leggere da qualche parte che sono in aumento le separazioni dopo i 60 anni. Scoppiano coppie unite da sacrifici e figli una volta che i pargoli lasciano il nido e vengono saldati i debiti per farglielo fare. Proprio quando si è raggiunta quella che dovrebbe essere la meta di una vita, una pensione che consenta di godersi il tempo e il partner la capacità di sopportazione dell'altro tocca il punto di rottura. Dal canto mio mi chiedo quante coppie pur separate decidano di continuare a convivere sotto lo stesso perchè non sono in grado o in condizione (economica) di fare altrimenti!

La dimostrazione empirica a questa teoria arriva da una telefonata serale di una cara amica che mi chiama per raccontarmi le ultime novità sulle bizzarrie del fronte suoceri.

Premessa doverosa è che i genitori del marito, Piccola e Volpe sembrano a prima vista una coppia affiatata, salvo poi scoprire che lui puntualmente si fa ingabolare e spolpare vivo da qualche donna e lei, ansiosa, fobica e incapace di stare sola chiede al figlio di andare a dormire da lei quando il maritino passa la notte fuori.

Così tutto l'anno scorso, quando Volpe passava da un ospedale all'altro e da un intervento all'altro dovetti spiegare io alla mia amica che il suocero per me aveva un tumore, ma visto che non ama le rotture di scatole e vuole stare tranquillo, piuttosto che doversi occupare oltre che della sua malattia anche di rassicurare la moglie preferiva tacere sulle sue reali condizioni.

Avevo ragione. Volpe riunì i figli e le nuore solo alla fine per spiegare che era tutto risolto e gli restava da affrontare la chemio.

Ecco perchè un pò per sfogarsi, un pò nella speranza di una giusta interpretazione mi racconta che Volpe è scomparso per tutto il giorno e nonostante diverse chiamate da parte dei figli e della moglie non è mai stato raggiungibile fino a sera. Quando finalmente si decide a farsi vivo salta fuori che si trova con la "sua donna", che ha saldato tutti i debiti che in qualche modo possono ricadere sulla moglie e ha parlato con un avvocato per la separazione. Le spiegazioni alla consorte e ai figli sono rimandate alla festa di compleanno organizzata per lui l'indomani.
La mia amica disperata si vede già mollare baracca e burattini messi insieme con mille sacrifici e un mutuo trentennale per andare a vivere nella villetta in affitto a prezzo modico in cui abita la suocera. La rassicuro e le dico che il suocero avrebbe tutti i diritti di rifarsi una vita che però capisco il suo disagio all'idea di perdere la sua privacy e autonomia per sacrificarla in nome delle fobie di Piccola e dei fattacci propri di Volpe. Le consiglio di fare proprio quello che il suocero detesta: rompere e avanzare pretese. Secondo me, quella che al momento sembra una decisione definitiva l'indomani davanti all'opposizione dei figli e alla prospettiva di vedersi spolpato da ex moglie e nuova donna potrebbe farlo tornare sui suoi passi. Quanto a Piccola nessun problema l'idea di riavere il suo animale di compagnia in dimensioni umane è tutto quello che vuole.

A volte mi faccio paura da sola per come avendo incontrato le persone poche volte finisco con azzeccare comportamenti e motivazioni.

Infatti: la festa di compleanno non solo va bene, ma si rivela un successone. Volpe capisce che Piccola e i figli non volgiono cedere senza lottare e alla prospettiva di dovere mantenere due donne preferisce rinunciare a trasferirsi dalla nuova, con il compromesso di poter passare qualche notte fuori. Anche perchè se il maritino ha tradito e tradisce la colpa è di Piccola che "si trascura, è grassa e non fa niente per essere attraente!".

Per festeggiare la riunione, lo scampato pericolo e il compromesso storico Piccola e Volpe, che si scambiano abbracci affettuosi davanti al loro pubblico, propongono una bella pizzata fuori con tutti i figli e i nipoti!

Le nuore scandalizzate hanno declinato l'invito ad uscire, ma si mormora che quella sera in una certa villetta si sia consumata la miglior cena da un anno a questa parte con pizza e fichi!

martedì 22 settembre 2009

Questa non è una pipa


"Questa non è una pipa"
Magritte surreale e affatto didascalico ci tenne a spiegare e a rivendicare con questa provocazione il potere dell'arte e dell'immaginazione. Quella del quadro non è realtà ma è una sua rappresentazione. Allo stesso modo i francesi, popolo ipocondriaco oltre che estremamente pratico, sta pensando di correre ai ripari prima che i danni del fotoritocco mietano troppe vittime tra le giovanissime.
Approda così nell'assemblea legislativa d'oltralpe la richiesta di apporre un bollino sulle foto modificate utilizzate a finipubblicitari e di marketing.
Sono perfettamente d'accordo, non per perbenismo o rigurgiti bacchettoni, ma perchè spesso l'immagine di stacchi di gamba chilometrici, glutei alti che sfidano la forza di gravità e denti candidi mi creano un senso di disagio. Chiamatemi pure rosicona, ma mi piacerebbe davvero un ritorno alla normalità.
Non è solo il clima di austerity causato dalla crisi, ma è il senso di fastidio e di perenne inadeguatezza che generano questi corpi perfetti artisticamente modificati a spingere donne non per forza giovanissime a cercare di raggiungere modelli impossibili.
Certo non basterà la scritta "attenzione quest'immagine è ritoccata" a sciogliere i nodi che ci sono stati tessuti dentro e fuori di noi da questa visione maschiocentrica del mondo, ma mi auguro con tutto il cuore che servano a rimettere le cose e i corpi nella giusta dimensione.

Sherazade


venerdì 18 settembre 2009

Il regalo che non vorresti


"Le corna sono l'accessorio più regalato dagli uomini alle donne. Tutte ne hanno almeno un paio, recenti o vintage. E la domanda è: come portarle con classe? Ignorarle non si può, nasconderle neppure. Ecco perché indossarle è diventato di tendenza" (Maria Licci, Pr)
fonte

Sfoderare una buona dose di coraggio e autoironia e regalarsi questo anellino?
Perchè no!? Sospetto che lo vedrò al dito di molte amiche separate, certo non oso immaginare le reazioni di alcune che se lo vedranno recapitare dalle solite amiche al veleno. Mi viene poi in mente il pensiero agghiacciante di uomini di poche parole e molto sadismo che potrebbero piantare con questo omaggio la propria donna.
Sinceramente spero di accorgermi delle mie con il classico vecchio intuito femminile.
Sherazade


Vanità e contrappassi danteschi

fonte foto




Trippi

Ho scoperto di essere miope in prima media. La miopia era leggerissima, ma devo dire che mi sono data parecchio da fare per peggiorare la situazione rapidamente. Con la frangia perennemente sugli occhi, drogata di libri, la notte non riuscivo a dormire se non mi smalloppavo prima la mia dose di pagine illuminate da una abat jour sgangherata piazzata sotto il lenzuolo (per non disturbare mia sorella che dormiva nel letto accanto).
Nell'86, avevo 14/15 anni, è arrivato il pc, mica quello di adesso con lo schermo gigante lcd che non nuoce, quello con gli schermi da 12/13 pollici che logoravano gli occhi anche da spenti, con i caratteri lampeggianti in DOS e l'incubo del programma di contabilità Spiga verdastro che faceva accavallare pupille e sinapsi!
Poi l'università, con le full immersion a 15 giorni dall'esame che mi trasformavano in una paria in pigiama che si alimentava con cracker salati alla nutella e stecche di sigarette.
Non so se il colpo di grazia alla vista mi venne inferto dalla nebbia di nicotina e catrame che mi aleggiava intorno (temo mi abbia asfaltato le cornee) o dalla scelta, geniale anche questa non c'è che dire, di lasciare le mie velleità giornalistiche per fare dapprima le ricerche iconografiche per la tv e poi la produttrice tv. Questa intelligentissima scelta professionale, oltre ad avermi garantito la precarietà per un decennio, mi ha fatto lavorare per altrettanto tempo con video che scorrevano ad altissima velocità.
Siccome non mi faccio mai mancare niente le attività non le ho mai abbandonate, ma sommate.
Così alla lettura iniziale si era aggiunto il settore informatico dapprima e il web poi, la tv e le immagini alla fine del percorso.
Uno sfacelo, dai -3 dei 18 anni sono passata ai -6 dell'università (che mi facevano pensare a un cane guida come degno regalo per la laurea), ai -9 del 2003 (finalmente stabile dopo i 30).
Nel mio delirio narcisistico gli occhiali erano i miei fedeli compagni casalinghi che sparivano non appena mettevo i piedi fuori di casa.
Nessun problema per i primi anni, a parte una reputazione che variava dal menosa allo schizofrenica. Infatti chi non mi conosceva osava, ingenuo, salutarmi anche quando non si trovava nei 2/3 metri nei quali riuscivo a distinguere movimenti o completare i volti. Non dico poi i bernoccoli quando calcolavo male le distanze!

Vanitosa come una scimmia mi sono rassegnata a mettere gli occhiali in pubblico quando ho iniziato a lavorare in un bar durante la stagione estiva: non distinguevo le etichette!
Appena finivo il turno, manco a dirlo, tornavo tra le nebbie del mio difetto.
Ho sguazzato allegramente e incoscentemente nel mio handicap fino ai 20 anni, quando finalmente uscirono in commercio delle lenti morbide che riuscivo a tollerare. Me le feci fare su misura, erano annuali e circondavano la mia pupillina con diametro 13 senza lasciare aloni intorno (quelle standard industriali avevano 14/14.5).
La megalomane vanesia e spendacciona che era in me era soddisfatta!
Con le lenti fu primo amore. Una volta indossate non le volli togliere più.
Fino a un paio di settimane fa!
Quando un tizio durante una serata salsera mi ha ficcato il suo dito sudato e carico di batteri propri e delle ballerine precedenti dritto dentro il mio occhio sinistro. Me l'ha conficcato proprio nella parte alta della cornea, dove c'è la curvetta e la palpebra non umetta bene! Una precisione geometrica degna di Giotto, è riuscito a fare la quadratura del cerchio proprio sulle mia orbita! Decisa a dormirci sopra e a non mettere le lenti per un paio di giorni l'indomani mi sveglio con le gambe massacrate dalla palestra più doloranti dell'occhio. Solo nel pomeriggio, per l'insistenza del mio fidanzato, mi decido ad andare al pronto soccorso. Per fortuna.
Le lenti a contatto mi avevano salvato da pericolose infezioni, ma la cornea era comunque sofferente. Antibiotico per una settimana, niente lente a contatto, ma visita oculistica con esame del fondo dell'occhio (per escludere lesioni alla retina) al termine della cura. Già che c'ero ho prenotato per farmi fare il controllo anche all'altro occhio, latitavo dal 2004.
E' saltato fuori che sono soffententi entrambi, ho contratto un qualche virus che mi ha causato una "cheratite punctata superficiale diffusa".

Secondo l'oculista è difficile stabilire la causa, che può essere tanto la piscina, quanto le lenti a contatto o l'aria condizionata in ufficio. Ma io conosco la verità, so benissimo chi è il colpevole, è il mio migliore amico da anni. La lente di cui non faccio uso, ma ABuso.
La mia cura sembra un contrappasso dantesco: niente lenti a contatto per 20 giorni, gocce con cortico steroidi (doping) per 10 giorni e altre gocce con Gymco biloba per tutto il periodo. Ok, sarò una cessa spaventosa per un pò, ma sarò una figa pazzesca al termine della cura, allenata e abbronzata!
Le sole due volte in cui ho dovuto sospendere l'uso delle lenti (la prima volta per una congiuntivite bastarda) e sono andata in giro con gli occhiali la domanda delle persone SCIOCCATE dallo spessore delle lenti (compreso il mio fidanzato) è stata:
"stai bene, ma perchè non fai l'intervento?".
Già perchè non lo faccio? Finora mi aveva fermato il costo (la mutua non lo passa, e lasciamo perdere che passano gli interventi per sistemare i nasi devastati dalla cocaina), altro blocco dover stare senza lenti a contatto per una quindicina di giorni per fare la visita di controllo e altrettanti se non di più prima dell'operazione.
Quando mai mi ricapiterà di stare senza lenti così a lungo? Fatti 20 giorni ne faccio altri 10 e mi sottopongo allo screening e vedo se ho le carattaristiche adatte per risolvere questo problema. Ho prenotato la visita oculistica per il 16 di ottobre.
Nel mentre niente salsa, la mia vanità mi impedisce di fare uscite non strettamente indispensabili, poi mi figuro l'umiliazione mentre tasto il pavimento alla ricerca degli occhiali volati via dopo una figura un pò complicata!

martedì 8 settembre 2009

Addio Signor TV



Tanti saluti a Mike.
Ci piace ricordarlo così!

domenica 6 settembre 2009

Fuori servizio

Per problemi tecnici la blogger Trippi sarà inattiva per una settimanina circa!

venerdì 4 settembre 2009

L’amore è… (15)



Un amplificatore di sensazioni. Un moltiplicatore di emozioni. Un propagatore di pulsioni.
Un disgregatore di certezze. Un sottrattore di lucidità. Un distruttore di autonomia

Sherazade

giovedì 3 settembre 2009

L'affetto in affitto




Le perversioni dell'agenda setting

Di Trippi


Torno ora da una pausa pranzo tra il faceto e il surreale come sanno essere solo quelle con il mio amico Marchigno. Tra un'ipotesi per un'operazione di marketing e qualche chiacchera sui nuovi corsi di ballo per la stagione 2009-2010 ogni tanto ci parte la brocca e parliamo di tempo e relazioni. Le mie conversazioni con Marchigno, come quelle con Chica mala danno spesso origine ai post che poi butto giù in queste pagine.

Così l'argomento di oggi: l'affetto in vendita o, meglio, in affitto.

Siamo talmente impegnati a riempirci la giornata e la settimana di impegni, da non avere più il tempo di non dico coltivare le relazioni, ma neanche farle nascere. Siamo talmente immersi nella nostra agenda, pressati da schedulazioni organizzate al secondo da perderci le occasioni per conoscere nuove persone, permetterci una premessa per futuri rapporti.

Siamo talmente oberati di impegni da importare lo speed date, in modo da capitalizzare la conoscenza dell'altro e applichiamo teorie neoliberiste del massimo risultato con il minimo sforzo all'affettività. Persino quella potenziale o in fieri.

Una tristezza desolante.

L'ultimo prodotto raccapricciante di questa cultura dell'ottimizzazione del tempo (anche se non riesco a vedere proprio niente di ottimo!) è il "coccola date". Qualche furbone ha capito che l'essere umano ha bisogno affettività e contatto e ha pensato bene di commercializzare anche quello.

Un appuntamento in cui fare rifornimento di calore umano e riprendere a correre dietro a chissà che.
Ma davvero ci siamo ridotti al punto di aver bisogno di un appuntamento per abbracciare qualcuno? Mi chiedo poi se ci si abbracci tutti, a prescindere o se, per sfruttare al meglio il costo dell'operazione ci si stringa amorevolmente solo a quelli d'aspetto gradevole.. mi chiedo poi cosa succeda sotto la cintola di alcuni abbracciatori nei quali prevale il testosterone sulla serotonina. Ma queste sono forse domande oziose, che riempiono la mia mente ottenebrata dal pasto e dal bisogno di caffeina. Ma temo che per togliere certi dubbi dalla mia testolina non basti neanche un caffè doppio.



mercoledì 2 settembre 2009

Oltre l'apparenza



Non limitarti a vedere, guarda



Sherazade


martedì 1 settembre 2009

Donne con le gonne



Leggo qui che Vladimir Luxuria ha iniziato la preparazione per un'intervento per fare "il passo finale". Mi rifiuto di usare il titolo dell'articolo ("diventare donna"), perchè per me Vladi è già donna al 100%. Dopo metterà un fiocco rosa per festeggiare l'inizio di una nuova vita.
Ne metto uno anche io, per festeggiare questo momento di passaggio così delicato per lei.
Tanti auguri!
Sherazade

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