di Chica Mala
Da queste parti le stramberie dei nostri cuginastri d'oltralpe difficimente passano inosservate. Saranno anche moti di rivalsa, dovuti alla malcelata antipatia e al palese senso di superiorità che i francesi nutrono nei nostri confronti ma, confesso che gongolo quando scovo notiziole tanto succulente.
In quel di Parigi, i consiglieri comunali verdi e comunisti (ah questi sovversivi dell'ordine), hanno presentato un'istanza alla prefettura della capitale, volta ad abrogare un'ordinanza risalente al 26 brumaio dell'anno VIII che secondo il calendario della rivoluzione francese corrisponde al 17 novembre 1799 per la quale
"ogni donna desiderosa di vestirsi come un uomo deve presentarsi alle autorità di polizia per ottenere il permesso, il quale verrà concesso solo a fronte di un certificato medico".
"ogni donna desiderosa di vestirsi come un uomo deve presentarsi alle autorità di polizia per ottenere il permesso, il quale verrà concesso solo a fronte di un certificato medico".
Questo sta a significare che nella cerchia della grande città le donne che indossano pantaloni sono da considerarsi delle criminali. In questa stagione dove l'intolleranza la fa da padrone e dove soprattutto la Francia ha un ruolo fondamentale, viste le ben note politiche di Sarkò im materia di immigrazione e diversità, di certo non è un bel manifesto questo della norma rivoluzionaria.
Per quanto riguarda Fraternité e Liberté Monsieur le President ci ha già dato lezione con i ROM e la loro, per così dire, cacciata in massa; in fatto di Egalité si possono ringraziare Robespierre, Marat & co.?
src="http://pagead2.googlesyndication.com/pagead/show_ads.js">
2 commenti:
Chissà anche tra le leggine italiane che ridicolaggini si nascondono.
E chissà anche che cosa avrebbe dovuto sancire il certificato medico richiesto. Boh...
ehehe, credo che da noi sia in vigore ancora qualche regio decreto o qualche leggina, come dici tu, del ventennio, non me ne stupirei affatto!!
Posta un commento