ancora miti, riti e liturgie di abbordaggio metropolitano

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lunedì 27 giugno 2011

Cosa mi passa per la testa?

Fonte: "Il Fatto quotidiano"
Ieri mattina in edicola, un tizio davanti a me ha fatto un paio di giocate al superenalotto poi si è girato verso la colonna dei quotidiani e, parlando con se stesso e compiacendosi ha detto - oggi mi compro questo- ed ha afferrato "Il Giornale". Subito dopo, sempre parlando da solo - ohmamma! mi sento mancare- e si è appoggiato al banco visibilmente impallidito.
Mentre una ragazza frugava nella borsa e cercava di offrirgli una caramella, peraltro rifiutata sgarbatamente, io sono rimasta impietrita. In quel momento l'unica cosa che mi è venuta in mente è stata: vedi cosa succede a leggere quelle porcherie lì? Tiè ti sta proprio bene!

 No Chica,  questi sono pensieri cattivi, ma cosa ti passa per la testa?

giovedì 23 giugno 2011

Soffia il vento infuria la bufera

Manifesto PD per la Festa dell'Unità di Roma

altro che vento di cambiamento. Qui è sempre la solita solfa! Se pensavano di essere divertenti, beh si divertono solo gli uomini. In tempo di olgettine e altre mercificazioni, in tempo di "se non ora quando" bisogna essere degli idioti con le fette di salame sugli occhi per fare un manifesto come questo e pensare che non si scateni il putiferio.

Ma se proprio volevano fare i brillanti, perchè non hanno messo l'immagine di un uomo cui vola via il parrucchino?

Ps: in realtà, nella canzone, il vento fischiava. Qui i fischi li fanno le donne ;-)

mercoledì 22 giugno 2011

Gli esami non finiscono mai



E' questa frase che continuo a ripetermi, da giorni, consapevole che mentre per molti maturandi il 22 giugno sarebbe stata una data cruciale, con il primo scritto, quello di italiano, anche una persona a me cara avrebbe sostenuto il suo personalissimo esame "scritto". Non so quale sarà il risultato. E' troppo presto per gli esiti. Ma spero ne esca comunque più maturo, qualunque sia il risultato. Che questo implichi il suo rito di passaggio a scoppio ritardato. Finalmente adulto e in grado di assumersi le responsabilità che questo comporta. E sono comunque felice. Anche se vedo  spuntare quell'eccesso di sicurezza, un pò come in anni lontani, in altri esaminandi,  saltava fuori quella punta di saccenza da studenti di medicina al 1 anno che osavano fare diagnosi.  Ora come allora, sorrido, divertita e penso che si, è proprio vero che gli esami non finiscono mai.

lunedì 20 giugno 2011

Impediti

Bossi durante il discorso alla base della Lega Nord a Pontida - 19/06/2011

Ieri mi ha fatto morire il commento del mio compagno quando è passato il servizio de La 7 che potete vedere qui sotto, sulle posizioni di Tremonti. Nel vedere la lotta del ministro dell'economia con microfono (0'24'' in poi) conclusasi con il sostegno dell'indice e del medio,  sbuffa: "ma questi sono impediti, secondo me non sanno reggere in mano  neanche una forchetta. Per me c'è qualcuno che li imbocca!".
Come dargli torto?
Certo siamo lontani anni luce della filosofia del "contadino cervello fino", ma una via di mezzo, avere a che fare con persone che abbiano almeno un minimo di senso pratico? Di contatto con la realtà? E pensare che di tutto questo governo, Tremonti è uno dei pochi che salveremmo (tagli con la zappa a parte). Ogni tanto il pensiero che queste persone abbiano il mano il destino di una nazione mi fa precipitare nella rassegnazione più nera.
Ecco perchè evito di commentare Pontida.
Ps. Anche in questo caso il mio uomo aveva già preconizzato i contenuti del comizio di Bossi in una serie di gesti accompagnati da grugniti. "Uhi" (dito che indica altro), "Sgrunt" (pollice verso),  "Uhn, uh, eh" (enumerazione dei punti), "Uhgrum" (dito medio),"Uhn ah" (il saluto tipico/prova di forza di Bossi ai suoi compagni di partito, il pugno contro pugno).


venerdì 17 giugno 2011

Il crocefisso dove lo metto....


fonte foto
Ieri sera, caso più unico che raro, mi sono ritrovata da sola in casa a mangiare patatine in busta e guardare un programma in tv. In questi giorni siamo reperibili sia io che il mio compagno e lui era fuori per una chiamata. Dunque padrona del telecomando! Ne ho approfittato per mettere Falò, un programma di approfondimento giornalistico della RSI, la televisione della vicina Svizzera. Il primo servizio trattava l'importanza della scuola nello stimolo dei ragazzi plusdotati e come sia necessario prevedere una struttura di sostegno anche per questi bambini esattamente come avviene per i casi inversi.
Il secondo servizio, invece, andava a toccare un tasto dolorante nel cattolicissimo Ticino, indagando le modalità con cui la chiesa cattolica, ancora intoccabile e intoccata nella regione, ha insabbiato e continua a insabbiare i casi di pedofilia. In un'intervista a un vescovo locale venivano così distinti dall'uomo di chiesa i livelli di pedofilia da occasionali (dunque non gravi) a irrecuperabili. Nel primo caso l'equazione ricavata dall'uomo di fede era che il sacerdote fosse recuperabile e dunque spostato altrove, nel secondo caso, quello irrecuperabile la soluzione era l'allontanamento dal magistero. Il tutto, beninteso, senza assunzione di responsabilità, perchè il datore di lavoro non è responsabile del cattivo comportamento del proprio dipendente.
Ah beh! Non l'avevo mai vista da questo punto di vista, la chiesa come datore di lavoro e il sacerdote come impiegato/operaio.
Veniva poi mostrata una lettera con cui lo stesso vescovo offriva una considerevole somma di denaro in cambio del silenzio della famiglia.
E  in Italia? Ecco che nel gioco delle parti della difesa del proprio spazio e dei propri privilegi, della mancata "assunzione di responsabilità" nei confronti degli innocenti giocano tutti sporco. La Lega in cerca di un riscatto del consenso invoca l'ubiquità del crocefisso. Un quartiere di Milano invoca il silenzio e fa cessare le attività dell'oratorio, perchè il chiasso dei bambini e dei ragazzi disturba. La chiesa si "addolora e sconcerta" quando "scopre" che uno dei propri ministri è un tossico e un pedofilo solo dopo che questo finisce in galera, intercettato nei suoi deliranti SMS per puro caso.
Per quanto io sia una miscredente sono cresciuta in un'ambiente cattolico, in cui le tappe di formazione dei bambini e dei ragazzi erano contrassegnate dalla comunione e dalla cresima, in cui il sacerdote e la sua parrocchia riassumeva in se un compito di aggregazione fondamentale. L'oratorio, il cinema parrocchiale, le colonie estive e gli educatori dell'ACR sono state il fulcro attorno al quale è ruotata la crescita di moltissimi altri italiani. Ma quanti genitori saranno disponibili ad affidare ancora i propri figli nelle mani di questi "dipendenti"?
Se non si è disposti a fare pienamente luce su quanto è avvenuto, avviene o può avvenire, in queste tappe fondamentali della crescita di un ragazzo, come si può pensare che al centro dei pensieri dei fedeli ci sia un simbolo di fede che diventa sempre più un simulacro vuoto di qualsiasi riferimento al sacrificio e all'assunzione di responsabilità.

giovedì 16 giugno 2011

Non muoio di fame per farlo sapere al governo, ma per farlo sapere al mondo


Ha raccontato le sue paure alla CNN Asma Darwish, la sorella di un fotografo del Bahrain arrestato per il suo coinvolgimento nelle proteste antigovernative.
Durante l'intervista racconta di essere al decimo giorno di sciopero della fame per protestare contro l'arresto dei tuoi familiari e amici, per difendere il diritto di parola e di protesta in Bahrain. Vuole farlo sapere Asma al mondo, che parla con un nome falso (eagertobefree) su Twitter per paura di essere arrestata, che parla non per far sapere al suo governo, per il quale non nutre nessuna fiducia o speranza, ma per risvegliare le coscienze di chi non ha idea di quello che avviene nel suo paese. E' giovanissima Asma, così giovane e ingenua mentre dichiara che la sua vita prosegue normalmente, che va a fare gli esami come sempre.

 Leggo poi del suo tentativo di attirare l'attenzione dell'ONU che ha portato lei e le sue amiche dritte tra le braccia delle forze dell'ordine.

15th June 2011

Dear Secretary-General,


We are three Bahraini women, who have come to the UN office today to call for immediate action on the issue of political prisoners in Bahrain. Like hundreds of families, we have been suffering because of the government crackdown through mass arrests of innocent people in an attempt to silence the demands for democracy and human rights. Each one of us has members of our family in detention.
Asma Darwish – Asma's brother, photographer Mohammed Darwish, is in detention. She
was allowed to visit him 2 days ago for the first time since his arrest. Mohammed told Asma that he was tortured and that he had been hospitalized for the past week. Asma is on hungerstrike in protest of what has happened to her brother and countless other Bahrainis.
Today marks the 12th day of her hunger strike.
Sawsan Jawad – Sawsans father has been named Bahrain's Nelson Mandela. He is 64 years old and is said to be the oldest political prisoner in Bahrain. Jawad is on military trial, and has spoken in court several times about the torture he is being subjected to. Jawads only crime is that he is an activist, who has been very vocal against arbitrary detention and torture, which he is now himself a victim of.
Zainab Alkhawaja – Zainabs father, husband, brother-in-law and uncle are in detention. Her father, human rights activist, Abdulhadi Alkhawaja, was tortured so severely it resulted in four facial fractures. Alkhawaja went through major surgery during his detention. Alkhawaja is also now on military trial. Zainab doesn't know where her husband is, and hasn't been given any visitation rights since his arrest 2 months ago.
Our cases are not unique, there are hundreds going through the same or even worse. The
detention, torture and trials of innocent people has become common and systematic in
Bahrain. Many are on unfair military trials with false charges, some as absurd as "spreading hatred against the regime." The UN must not allow this to continue.
We know that one of the UN's main purposes is "(…)To promote and protect all Human
Rights". The hundreds of detainees in Bahraini prisons need protection now. It is too late to protect and save the four people who have already died in police custody, but we are here to demand that something is done to save the rest.
We are here to urge the UN to take action to ensure that: All political prisoners get released immediately, the false charges are dropped, and that allegations of torture are investigated and those responsible held accountable.
Sincerely,


Asma Darwish, Sawsan Jawad and Zainab Alkhawaja
(fonte Demotix )


Fa tenerezza Asma per il contrasto con i suoi coetanei italiani cresciuti e pasciuti dando per scontati certi diritti eppure così simili in questi giorni, nella voglia di partecipazione, nell'uso della rete, nel voler far sentire il loro punto di vista.  Ancora più forte il contrasto con altri scioperi della fame, fatti da politici di ben altra età e disincanto, che hanno conquistato l'attenzione e dei risultati in un tempo che fù e ci ripropongono questo strumento catalizzatore di attenzione con una tale frequenza da averlo svuotato di qualsiasi valore.
Un abbraccio alle giovani Asma che lottano per la propria libertà e quella dei propri cari (in senso letterale) e a tutti i ragazzi che hanno paura "da morire" di finire in prigione, ma proseguono e fanno sentire forte la loro voce, perchè è giunto il momento di farlo.

 

Fuori orario

Berlusconi, ai funerali di Comincioli avrebbe espresso la paura di dover pagare una cifra astronomica a De Benedetti "rischio di dover pagare 2.500 miliardi di vecchie lire". (Screenshot Corriere.it)
Mi chiedo in quale periodo sia rimasto fermo l'uomo che dovrebbe guidare il paese? Parla di "gogol", di puntate di Anno Zero in cassetta (anche se si riferisse al Beta, la cassetta digitale usata nella maggior parte delle tv indicherebbe comunque un sistema vecchio, superato), quando parla di soldi si esprime in lire, fuori corso ormai da un decennio.
A che epoca si è fermato, mentre il mondo va avanti e l'Italia indietro? 

mercoledì 15 giugno 2011

Women2drive, Donne arabe al volante


Ci sono attività quotidiane che diamo per scontate, come mettersi alla guida per accompagnare i figli a scuole e poi procedere per l'ufficio, caricare i sacchetti della spesa nel portabagagli o prendere l'auto per fare visita a un'amica. Ma se tutto questo ci fosse vietato? Se non ci fosse consentito guidare? Se per tutte queste banalissime commissioni dovessimo dipendere da un uomo? Un marito, un fratello o addirittura, in mancanza di uno di essi, da un autista a noleggio?
Calcolate, insomma di dovere aggiungere al vostro budget mensile, anche questo peso, oltre quello per la babysitter o l'asilo e le mille altre gabelle con cui ci si deve arrabbattare.
In Arabia Saudita le donne stanno tirando su la testa, un pò per motivi economici, più che strettamente culturali, un pò perchè quel vento del nordafrica deve essere arrivato fin li. Dopo l'arresto di Manal Al Sharif, che ha trascorso 10 giorni in prigione per aver guidato, si è mosso qualcosa. La giovane è diventata un icona e questo venerdì, il 17 giugno le donne saudite si metteranno in moto in base a questo appello:
1) Non ci sarà un luogo prestabilito dove riunirsi, semplicemente ogni donna che potrà farlo si dovrà mettere al volante
2) A guidare dovrebbero possibilmente essere cittadine di altri Paesi in possesso di una patente valida
3) L’atto di disobbedienza dovrebbe essere videoregistrato e postato su Youtube.


Le attività di boicottaggio governative sono già partite, ma questa volta, con la complicità dei social network, della principessa Adila e dei media (anche arabi) qualcosa potrebbe cominciare a girare.
In bocca all'autista sorelle



martedì 14 giugno 2011

Lapalissiano

Ilda Bocassini, in risposta alle 16 eccezioni della difesa Berlusconi nel Rubygate:  ''era palese che c'erano persone che si prostituivano'' nel corso ''delle serate nella residenza del premier''.  Fonte Ansa
lapalissiano[la-pa-lis-sià-no] agg.
[dal nome del capitano fr. Jacques de Chabannes signore de La Palice († 1525), con allusione ai versi, divenuti proverbiali, di un’ingenua strofetta cantata dai soldati dopo la sua morte per celebrarne la «vitalità» come combattente: Un quart d’heure avant sa mort Il était encore en vie «un quarto d’ora prima di morire era ancora in vita»].
Ovvio, evidente, detto di una verità o di un fatto talmente manifesti e naturali che sarebbe ridicolo enunciarli: una verità l.; un’affermazione di l. evidenza. 
Avv. lapalissianaménte, non com., con inequivocabile evidenza. (Treccani)

Il vento se lo portasse via!

Screenshot della puntata della prima puntata (di 8) di Porta a Porta Estate dedicata a "Delitti e misteri"
Il mistero è come si possa andare in onda sulla prima rete nazionale con una puntata simile il giorno del raggiungimento del quorum su 4 referendum di tale portata? Alla faccia della professionalità e dei criteri di notiziabilità!
Con una premessa simile, il fatto che non gli fosse permesso di andare in onda con uno speciale di Matrix sul caso Englaro, Mentana lasciò Mediaset. Chi lo contestava parlava di televisione commerciale, il cui fine è il lucro (infatti mandarono in onda il Grande Fratello), opposta a quella pubblica, tenuta a fornire determinati approfondimenti.
Molto probabilmente la prima di 8 puntate di Porta a Porta estate era stata programmata tempo fa, quando ancora il governo e i suoi fidi portavoce pensavano che il referendum sarebbe saltato (o comunque non avrebbe raggiunto il quorum). Molto probabilmente la puntata è stata registrata. Ovvio poi che la sicumera che contraddistingue questo giornalaio non gli fa cedere il passo a altri prodotti della testata giornalistica, come normalmente avviene quando si ha una notizia! Quello che mi sconcerta è che non abbia cestinato la puntata, come è normale che accada e tirato su una puntata sul fatto del giorno.
Ma Vespa non aveva detto, da Mentana, che Santoro non era degno di lavorare nel servizio pubblico? Dedicare una puntata ai casi di cronaca di cui si parla da mesi quando la notizia del giorno è una bomba giornalistica è fare servizio pubblico? Il processo degenerativo del minzolinismo è arrivato al suo apice.

lunedì 13 giugno 2011

A quanto pare l'hanno presa bene

Ormai è ufficiale. Il quorum è raggiunto e la vittoria dei Si è una vittoria bulgara, parliamo all'incirca del 94%.

Berlusconi sembra averla presa bene, ha sfoggiato una flemma che non gli si confà, la Lega invece parla di "sonora sberla"!

 Ma non è questo il punto, il fatto è che (non avevo dubbi), sono già partiti in rete gli sberleffi verso il PDL che aveva invitato gli elettori a boicottare il referendum, specialmente con le parodie di vecchi film riadattate per l'occasione.

In un paese normale

Amarezza
Dovrei essere contenta, perchè il paese comincia a dare segni di risveglio dalla catarsi. Ma non ci riesco. Perchè i problemi cronici di un paese non si risolvono con un referendum, perchè vedo tutti i partiti, anche quelli responsabili dello sfascio, salire sul carro(zzone) dei vincitori (vincitori de che?). Perchè penso che ci vuole ben altro che una consultazione popolare per cambiare davvero le cose in un sistema paese che fa acqua (passatemi la metafora) da tutte le parti.
Perchè, nonostante abbia votato si, paradossalmente, in linea teorica, sarei stata per i NO almeno per 3 quesiti. Perchè, come mi è già capitato di scrivere altre volte (e ho ribadito oggi in una interessante discussione sul profilo Facebook dell'amico Dillatutta), sarei anche stata a favore del nucleare, in un paese normale. Perchè non posso scrivere quello che farei ai manager e ai dipendenti di Abbanoa spa, la società che gestisce le acque, in Sardegna, con fatture gonfiate, letture mai effettuate, una gestione dei reclami vergognosa e metodi intimidatori indegni (o meglio degni di uno stato mafioso). Perchè in un paese profondamente malato come il mio sembra che nessuno riesca a fare niente se non gli rimane la mazzetta appiccicata alla mani, e anche in questo caso non è detto che poi faccia bene!
Eppure avrei voluto un parlamento in cui gli onorevoli fossero degni di questo nome, due camere in cui i deputati e i senatori, insieme con il governo effettuano il loro dovere con coscienza e capacità, evitando di legiferare con la zappa, tagliando via insieme a quello che non funziona anche quello che funziona, senza offrire peraltro tutele o garanzie ai cittadini, che davvero abbiano a guadagnare qualcosa dal cambiamento. 

venerdì 10 giugno 2011

Voderman who?

Mentre in Italia si dibatte di quorum, in Gran Bretagna si dibatte di culi.
il premio per il miglior sedere, in Inghilterra, è andato a anton Du Beke, un ballerino/presentatore 44enne, e a Carol Voderman una bellissima signora 50enne
Per chi si fosse stupito del premio assegnato alle curve della notevole signora, dopo tutte le pippe sulla Pippa è lo stesso l'organizzatore del triste concorso, Tony Edwards, a svelare l'arcano sul SUN. Molto banalmente non c'è stata alcuna sfida tra taglie, età, notorietà: la sorella dalle chiappe d'oro non era ancora nell'occhio del ciclone quando si è iniziato a votare, mesi fa. Sulle natiche proletarie in odor di nobiltà Edwards aggiunge poi:
"Ci sono stati molti voti per lei dopo le nozze reali, ma sono trascorse meno di 6 setttimane da allora ad adesso e tante altre celebrità hanno avuto più tempo per incrementare i voti".
Sarà per il prossimo anno?
Ps. Scusate se non vi chiedo quale sedere preferiate, ma in tutta onestà non me ne può impippare di meno. Ultima nota, il sedere di lui non mi piace per niente, lo preferisco piccolo, sodo e tondo.

giovedì 9 giugno 2011

Screwed

screenshot da"L'uomo che ha "rovinato" un intera nazione", The Economist
1. screw /skruː/
n.
1.tecn. vite f.
2.aer. mar. elica f.
3.BE colloq. (prison guard) guardia f. carceraria
4.volg. (sex) to have a ~ farsi una scopata, chiavare
locuzioni idiomatiche
to have a ~ loose colloq. essere svitato;
to put the ~s on sb. colloq. forzare la mano a qcn.

2. screw /skruː/
I.tr.
1.tecn. avvitare [object] (into in);
to ~ the top on the bottle mettere il tappo alla bottiglia, chiudere la bottiglia con il tappo
2.colloq. (extort) to ~ sth. out of sb. estorcere qcs. a qcn.
3.pop. (swindle) fregare [person]
4.pop. (have sex with) chiavare, scopare
II.intr.
1.tecn. to ~ onto, into avvitarsi su, in
2.pop. (have sex) chiavare, scopare

mercoledì 1 giugno 2011

Il test della verginità

foto: Salwa Hosseini,  20 anni, parrucchiera egiziane, è una delle donne citate nel report di Manesty International sugli abusi alle manifestanti di Piazza Tahir durante le proteste che hanno portato alla caduta del regime di Hosni Mubarak. Ha descritto alla CNN di essere stata sottoposta al Test della Verginità: "Volevano darci una lezione, volevano umiliarci"
vengo a sapere attraverso Camillo delle accuse di torture fatte dall'esercito egiziano ai danni delle donne che hanno manifestato in piazza Tahir.
Almeno 18 donne hanno subito gli arresti militari. Hanno raccontato di aver subito percosse, l'elettro schock, di essere state spogliate e perquisite da donne in presenza di soldati di sesso maschile che fotografavano il tutto e di essere state costrette a sottoporsi a TEST della VERGINITA'.
manifestanti al Cairo (Getty Images/Mohammed Abed)

Le donne hanno raccontato che durante il test venivano informate che nel caso in cui non fossero state vergini sarebbero state accusate di prostituzione.
Amnesty International che ha denunciato i fatti e preteso che:
"Le autorità egiziane devono fermare il trattamento choccante e degradante alle giovani manifestanti. Donne che hanno preso parte pienamente al cambiamento in Egitto non dovono essere punite per il loro attivismo.
Tutte le forze di sicurezza e l'esercito devono essere chiaramente istruiti che la tortura e altri trattamenti, compresi i test della verginità, non saranno più tollerati, e saranno completamente investigati. Coloro che saranno ritenuti rseponsabili di tali azioni saranno sottoposti a giudizio e le donne coraggiose che denunceranno tali abusi saranno protette da eventuali rappresaglie".
Prima le autorità egiziane hano negato, ma in seguito alla pressione di blogger e giornalisti è arrivata l'ammissione di un ufficiale egiziano alla CNN:
"Le donne che sono state arrestate non erano come mia figlia o la vostra" ha spiegato Amr Imam, dell'esercito egiziano "Queste erano ragazze accampate nelle tende a Piazza Tahrir insieme a manifestanti uomini, abbiamo trovato molotov e (droghe). Non volevamo che sostenessero di essere state aggredite sessualmente o violentate da noi, volevamo provare che non erano più vergini già da prima. Nessuna di loro lo era (vergine)".
Ma baffan

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