ancora miti, riti e liturgie di abbordaggio metropolitano

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giovedì 30 dicembre 2010

La sera del dì di festa

Dormiente - Tamara de Lempicka, 1932
Sarà perchè sono stata afflitta cronicamente dalla sindrome del titolo, per cui dopo l'attesa l'evento si rivelava puntualmente una delusione, ma la frenesia di San Silvestro mi è passata da un pezzo. L'ultima, entrata nel mito nell'anedottistica di casa trippi è quella con salto di classe mancato, conclusasi con frammenti di ostriche maciullate scagliati sui capelli e sugli arredi.
Così quest'anno non c'è proposta che tenga: tra mia zia che vorrebbe accomodarmi in un locale costosissimo, mio fratello che vorrebbe trascinarmi in piazza con bottiglia e petardi in mano, il fidanzato che vorrebbe frullarmi in un locale salsero, io scelgo casa, pantofole e silenzio!
Quest'anno infernale vorrei chiuderlo come l'ho iniziato: tra le pareti di casa (anche se l'anno scorso era quella dei miei), con un plaid sui piedi e un collo alto che mi scaldi le corde vocali, con l'eco in sottofondo di Baggio che si trasforma in un sobborgo di Beirut, come sempre. Vorrei andare a letto tranquilla e svegliarmi riposata e sorridente, senza freddo nelle ossa del capodanno in piazza o la sensazione del troppo pieno del post cenone. Senza i lividi nelle gambe e le dita dei piedi maciullate dai soliti cinghiali che corrono dietro alle scalmanate con gli arretrati, perchè escono di casa e vanno a ballare solo alle feste comandate: Hallowen, San Silvestro e festa delle donne!
Vorrei chiudere l'anno vicino ai miei cari, con un ultimo pensiero a quello che non c'è più e augurare a me e a loro che, con tutto quello che ci ha tolto questo duemiladieci, almeno fino al 2030 si debba solo ricevere, per pareggiare i conti.
Visto che a sentire le statistiche è stato un anno duro per una famiglia su 3 faccio lo stesso augurio anche a tutti voi, sia che siate abituali frequentatori di queste pagine, sia che siate finiti qui per caso, in cerca di suggerimenti per l'ultimo dell'anno.
Buon nuovo decennio a tutti

martedì 21 dicembre 2010

"Le donne italiane non sono zitte, sono zittite"

fonte foto
Vi invito a vedere questo video, in risposta a un articolo di Gabriele Romagnoli su Repubblica di sabato 18 dicembre.
Si parla spesso di blog e blogosfera estera, ma quella italiana troppo spesso fa notizia solo all'estero. Soprattutto se, e quando, è declinata al femminile.



Se vi va di rinforzare la voce della blogosfera nostrana fate come suggerito da Emanuela Chiarini:
"ho preso l'iniziativa di scrivere al quotidiano la mail che si trova di seguito, che rendo pubblica, fruibile e copiabile.

Potete scrivere a questi indirizzi (io ho inviato a tutti e tre):
v.zucconi@gmail.com (direttore)
repubblicawww@repubblica.it (redazione repubblica.it)
larepubblica@repubblica.it (redazione quotidiano)

Oggetto: Una voce dal Movimento.

Gentile Direttore e Redazioni,

sono una cittadina convinta che il Cambiamento si sia reso evidente e indispensabile in questi tempi oscuri.
Credo fermamente che nel nostro Paese il Cambiamento sia una realtà emergente del quale tener conto, soprattutto dagli organi di informazione che si ritengono progressisti.
Leggendo l'articolo di Gabriele Romagnoli pubblicato il 18 dicembre sul vostro quotidiano "IL MANIFESTO DEL PARTITO WEB" e sul quotidiano on line "Hacker di tutto il mondo unitevi.Così la politica 2.0 sfida il potere" noto che le iniziative nate, progredite e diffuse nel web vengono non solo ostinatamente ignorate anche dalla vostra testata, ma addirittura se ne fa un resoconto in negativo: "È la forza della denuncia, legittima e sacrosanta, [...] ma non lascia intravedere costruzioni alternative.".
Ecco, di iniziative ce ne sono state e ce ne sono innumerevoli tutti i giorni con risultati tangibili e documentabili, così come questa lettera che io vi mando. Tutto sta nel saper ascoltare le voci che giungono dalla rete come reali pensieri di un individuo in carne ed ossa e probabilmente molto più diffuse di quanto crediate.
Mi domando allora di quale concetto di progressione intendiate tener conto.
Credo che l'informazione che diffondete con gli articoli pubblicati debba essere preceduta da una migliore informazione su cui basare le vostre notizie.
Credo inoltre che sia giunto il momento di sostenere davvero il progresso, che inevitabilmente si discosta dalla diffamazione, dal negazionismo e dalla superficilità di chi crede di conoscere la realtà solo attraverso uno sguardo presbite che dibatte su questioni lontane e non vede il progresso che invece è vicinissimo e ha voce femminile.
Allego alla presente il video di Lorella Zanardo che oltre ad esporre in maniera molto più esperta, autorevole e chiara un pensiero che condivido completamente e la mia esperienza quotidiana di militanza in rete si è fatta portavoce di un progetto stimatissimo nel resto d'Europa (e mi limito al nostro continente) e completamente ignorato dai media nostrani, tanto per fare un esempio.
Spero vogliate tener conto, almeno questa volta, delle tante voci che per certo so che vi giungono e vi giugeranno, quali rappresentanti di un pensiero individuale e quindi reale, desideroso di un cambiamento e che si muoverà travolgente, indipendentemente dalla vostra capacità di dirigere il vostro sguardo sulla vicina militanza, tanto vicina da potervi perfino rendere partecipi del Cambiamento in corso.
http://www.youtube.com/watch?v=HrBA6LmMT4g&feature=player_embedded#!
Cordialmente,
Emanuela Chiarini."
Se vi va, copiate, incollate e diffondete.
Giusto perchè personalmente ne ho le tasche piene che le donne italiane facciano notizia solo quando sono gradevoli elementi di arredo particolarmente apprezzati dall'universo maschiocentrico e ci vengano propinate solo in questa noiosissima e malmostosissima salsa.

martedì 14 dicembre 2010

Mambo? Poa!

riccio ninjia a Zanzibar

Li chiamano ricci ninjia perchè "sparano" gli aculei al malcapitato che osa importunarli. Io ci sono scivolata sopra mentre trasportavamo a braccia la barchetta oltre la barriera corallina.

"la porta" della barriera corallina a Kizimkazi
Dolore inumano!
Per fortuna è successo subito dopo aver fatto il bagno con i delfini, immediatamente dopo una "pesca miracolosa".

Poco prima di incrociare delle scimmie Colobo per le strade rosse africane.
Quando si è sovrastati dalla meraviglia non è possibile pensare al dolore o al fastidio, tanto più se sei assistita dalle persone del posto che corrono a prendere dell'acqua e una papaya appena colta, un toccasana per i talloni trasformati in puntaspilli.



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