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Alla tenera età di 37 anni (38 a luglio, ma non li dichiarerò fino al giorno del compleanno) rientro pienamente in tutte le statistiche nazionali, in modi talvolta imbarazzanti. Ed ecco che tra studi e ricerca del contratto di lavoro perduto il mio stato civile è "libero": nessuna gravidanza, due convivenze e mai stata sposata.
Fino ai 34 la domanda arrivava a tutti i matrimoni di amiche e parenti "e tu quando?". Poi hanno smesso di chiedermelo, forse per raggiunti limiti di età o perchè hanno capito che non era cosa. La mia più cara amica, in arrivo dalla Sardegna a Milano con un pancione di oltre 8 mesi che non voleva entrare nello spazio tra i sedili dell'aereo, non volle mancare alla mia laurea "visto che non hai intenzione di sposarti, voglio assistere almeno a questa cerimonia".
Se proprio devo dirla tutta, quando finì la mia prima convivenza (poco dopo la sua cerimonia di laurea) tirai un sospiro di sollievo per non avere mai ceduto a pressioni e condizionamenti. Già solo il pensiero di averla scampata da tribunali e avvocati che sancissero la fine della mia relazione leniva parte del dolore che mi provocava la sensazione di fallimento.
Sulle capacità terapeutiche del ballo dopo una separazione e di quanta gente ci si butti a capofitto quando si ritrova sola abbiamo già parlato abbondantemente sia io che Chica Mala. Ma è proprio con le persone conosciute tra le piste di salsa che ho avuto i discorsi più illuminanti in materia.
Dopo i 30 la parola matrimonio ha un peso pazzesco sin dalle prime battute di una nuova storia. Così il rettile mi spiegò la sua teoria: "le ragazze fanno di tutto per mettere un anello e fare un figlio prima dei 30 rompendo le scatole ai propri fidanzati e futuri mariti per impedire loro di avere una vita autonoma, dopo fanno di tutto per recuperare tutto quello che non hanno fatto prima e cercano di piantarli in casa con i pargoli". La teoria mi venne confermata da un mio compagno di corso che mi spiegò di essere capitato con donne (zoccole, diceva lui) che sostenevano di volere una storia seria, mentre in realtà ce l'avevano già e cercavano solo dei diversivi (uomini giocattolo). Io vedevo e vedo tuttora più frequentemente, donne passare da una relazione improbabile a una assurda, alla ricerca dell'uomo che le dovrebbe ricollocare a riposo tra le mura domestiche, quello con cui fare un pargolo prima che l'orologio biologico dica stop.
Gli uomini, dal canto loro, si dividono in due tipologie 1) quelli che magari sono (già stati) sposati e ritengono di avere già dato anche per le prossime vite, terrorizzati dall'idea di essere il fattore di turno, li riconoscete perchè evaporano non appena vedono qualche oggetto femminile dimenticato nella propria abitazione e/o superano i due mesi di frequentazione e 2) quelli che invece non vedono l'ora di trovare una donna che abbia voglia di mettere su famiglia senza trovarla e spesso si accasano con la prima che fa capire di essere d'accordo. Non ho mai capito perchè le due tipologie di donne e di uomini finiscano con il mescolarsi così male.
Per quanto mi riguarda ho sempre pensato che avrei cambiato idea sulle nozze solo se fosse nato un figlio (che nella mia prima convivenza non volevo e mi guardavo bene dal fare arrivare) per tutelare il piccino davanti alla legge. Perchè nonostante il gran parlare di adozioni e le pressioni per far rientrare anche nel nostro ordinamento i matrimoni omosessuali, la verità è che i figli naturali (nati fuori dal matrimonio) non hanno gli stessi diritti dei figli delle coppie sposate (legittimi). Cambia tutto, perfino i vincoli di parentela, dunque gli assi ereditari (non pensate ai soldi, o perlomeno non solo a quello, ma all'affidamento se dovesse succedere qualcosa ai genitori) e i tribunali che si occupano di loro (quello dei minori anzichè il tribunale ordinario).
Assurdo se si pensa che secondo le ultime statistiche tra 10 anni il 50% dei bambini nascerà fuori dal matrimonio. Già adesso siamo al 20%, una percentuale insospettabile fino a non molto tempo fa.
Assurdo se si pensa che secondo le ultime statistiche tra 10 anni il 50% dei bambini nascerà fuori dal matrimonio. Già adesso siamo al 20%, una percentuale insospettabile fino a non molto tempo fa.
Basta guardarsi intorno, quanti di voi hanno amici/cugini/vicini conviventi e con figli? Probabilmente la vostra risposta cambierà a seconda della residenza: al sud e nella mia isola il matrimonio regge ancora. Al nord, invece, vacilla da un pezzo e prende piede un nuovo profilo di famiglia italiana (ma anche al sud la tendenza è questa, seppure alla moviola) in cui il matrimonio arriva a "coronamento" di una relazione, dell'ampliarsi della famiglia e arriva dopo fidanzamento/convivenza/nascita dei figli (quando arriva).
Per farla in barba alle statistiche però, a giugno andrò alle nozze di una vecchia amica, mia coetanea, che si sposa dopo 4 anni di convivenza. Sarà una cerimonia semplice seguita da un breve rinfresco, infatti a parte i familiari della coppia saremo solo 4 invitati per sposo (con relativi partner). Una cosa è certa, con l'aumentare dell'età e della latitudine aumenta la sobrietà e diminuiscono le persone, ma ho la sensazione che la scelta sia davvero matura e consapevole, da festeggiare con le persone che contano.
7 commenti:
Bel post!
Saluti,
....trip anche a me nessuno chiede più quando compirò il grande passo...... :) e soprattutto anche io nel 2011 andrò al matrimonio della mia migliore amica. Insomma...credo di aver guadagnato il ruolo di presenzialista ai matrimoni altrui
p
ciao Triboluminescenza, grazie!
Pytta: Mia sorella però ti batte di sicuro. Infatti poi al suo ha dovuto invitare tutti quelli che l'avevano preceduta, il mondo e dintorni! Ora visto che non ha ancora figli suoi colleziona figliocci. Quando anni fa chiesero a me di battezzare una bambina declinai carinamente l'invito spiegando che sarei stata una pessima madrina e indicai mia sorella, perfetta per il ruolo e non ha più smesso.
Bella analisi!!
Io credo di essere l'unica che si è sposata poi è andata a convivere (7 giorni su 7, non solo al fine settimana) un anno dopo il matrimonio (io di milano, consorte genovese, sposati per avere il visto per andare negli usa dove lui doveva trasferirsi per lavoro, trasferimento sfumato, grazie al cielo, all'ultimo). Son sopravvissuta, ma secondo me un po' di convivenza seria prima non avrebbe guastato.
La tua è una bella storia, anche se in questo momento l'idea di trasferimento non mi dispiacerebbe affatto! :-)
La convivenza pre-matrimoniale salva la vita. E' un po' il Beghelli dei sentimenti... ;-)
Chit: non è comunque garanzia di successo, ma almeno mette al riparo da un salto nel buio!
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