L'altro giorno qualcuno mi ha chiesto: "Ma tu, non sarai mica una di quelle donne che si annoiano se non lavorano?".
Sono in congedo per maternità dal 22 di settembre, più passa il tempo e più il lavoro non mi manca.
Per citare nuovamente Jovanotti "se io potessi, starei sempre in vacanza...". Sarà che ormai, alla veneranda età di 38 anni e subendo da venti le bizze del mercato instabile del lavoro che non mi ha permesso né di sviluppare una carriera, né una specifica professionalità mi sono disamorata.
Sono arrivata alla conclusione che questi pensieri li covo da tempo ed è bastato scendere un momento dalla giostra per materializzarli.
Dopo il lavoro nero, quello sottopagato, le vertenze, i contratti a tempo determinato, subordinati e parasubordinati le false promesse e l'inevitabile scontro con amare realtà lavorare è diventata solo una necessità economica.
Ho passato il mio pomeriggio a pensare come fare, nel prossimo futuro, ad evitare il totale dissesto economico senza essere costretta a ricominciare da capo dopo il periodo di puerperio.
Fantascienza? Puo essere, ma anche no. Si accettano suggerimenti.
6 commenti:
C'era scritto su un sacchetto della merceria "fai un lavoro che ti piace e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua". Secondo me bisogna trovare quello che piacerebbe fare e trasformarlo in un'occupazione (come se fosse facile).
Io non l'ho ancora capito, e infatti sacramento continuamente.
spero tanto di trovare una soluzione prima o poi. E' vero, come dici tu bisogna sacramentare sempre ma un pò di speranza ce la voglio mettere.
Se penso di lavorare ancora undici o dodici anni prima di arrivare a 40 anni contributivi, mi viene l'angoscia.
Il lavoro retribuito è una invenzione diabolica, tutta la vita buttata via e non avere i soldi per pagare la bolletta del gas.
In compenso, se sarò vivo, quando sarò vecchio avrò una pensione da fame o quasi.
Il lavoro nobilita l'uomo, ma una cippa!
Chica per come ti conosco so che è proprio come dice Cinciamogia, solo una questione di lavoro che da soddisfazione. Ti ho visto mettere l'anima anche in lavori che facevano schifo. Posso solo immaginare come saresti nel posto giusto. Ricordo troppo bene la mia socia di blog cui "piace lavorare", ricordo altrettanto bene quanto mi piace lavorare con te, ricordo altrettanto bene quanto mi piace divertirmi con te! ;-)
Enzo: io probabilmene dovrò sperare di avere un figlio tanto bravo e coscenziono, ma anche fortunato direi da sostentare la sua vecchia madre, perchè se mi affido a calcoli previdnziali penso che finirò sotto un ponte.
Trippi:forse la gravidanza mi ha fatto cambiare prospettive oppure come ho scritto nel post, bastava fermarsi per capire che non lavorare non è affatto male.
Meledetti soldi se non fosse per quello...
Se io potessi, girerei il mondo, ma non per lavoro
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