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lunedì 22 settembre 2008

A letto con il Dottor Stranamore: L'herpes genitale


Kiss - Roy Lichtenstein

di Dottor Stranamore

Mi sforzo sempre di essere divertente, o alme­no lieve, nel parlare ogni mese di una croce di­versa. Questa volta tocca all' herpes genitale, che però di divertente non ha nulla, neppure un nomignolo buffo su cui scherzare ...
Come appare? Inizialmente del prurito, poi si formano delle bolle di siero, anche molto pic­cole, poi queste si rompono e resta solo la le­sione che forma una crosta che guarisce nel tempo. Questa è la fase visibile, fastidiosa, di questa infezione, ma vedremo più avanti che l'affare è più complicato.
Dove appaiono le lesioni? Genericamente nel­la zona dei genitali (da qui il nome) quindi sul pene, soprattutto sul glande, e all'ano, anche nella zona intorno ad esso. Da non confondere con l'herpes simplex, che è la comune "feb­bre" al labbro, o con l'herpes zoster che è quello chiamato "fuoco di sant' Antonio", che sono malattie diverse, seppur con origine e manifestazioni simili.
Iniziamo a dire che l'origine è virale e che il virus è presente nella pelle anche quando le lesioni scompaiono. E che quindi si è conta­giosi anche senza la presenza visibile della malattia. In questa fase, detta latente, si può trasmettere il virus, con i contatti sessuali non protetti, con una probabilità variabile dalla quantità di virus (e vedremo poi come dimi­nuirla) e per periodi imprevedibili che statisti­camente si possono quantificare in una decina di giorni distribuiti nell'arco di un anno. Quindi c'è più probabilità di contagiare quan­do la malattia non è visibile perché, quando appaiono le lesioni, di solito ci si astiene istintivamente dai rapporti sessuali.
Al di là dell'osservazione delle lesioni, per la diagnosi esistono due tipi di esami. Uno è la ricerca degli anticorpi nel sangue che, a se­conda del laboratorio che lo esegue, può esse­re più o meno affidabile. Esame semplice, poco costoso (circa 8 euro di ticket in Lombar­dia), si può eseguire di routine assieme agli al­tri esami, secondo la frequenza e le modalità dei rapporti che avete.
Se esiste invece già una lesione allora è utile eseguire la ricerca del Dna virale, che è un metodo molto affidabile seppur costoso (circa 40 euro di ticket in Lombardia) e che non tut­ti i laboratori eseguono.
Una volta accertato di avere il virus cosa si può fare? Per fortuna esiste da anni un far­maco, l'Aciclovir che, anche se non elimina il virus, lo riduce quantitativamente. Curarsi è doppiamente utile: primo diminuisce la fre­quenza e l'estensione delle recidive, cioè quante volte saremo "fermi" per lesioni e quanto tempo ci metteranno a guarire; secon­do, più importante, abbassando la replicazio­ne virale, cioè la quantità di virus prodotto, abbassa la possibilità di contagio anche nelle fasi in cui non sono presenti lesioni (!!!).
C'è da dire che gran parte dei casi di infezio­ne non avverrebbero se si usasse sempre il preservativo, perché le modalità di trasmis­sione sono molto simili a quelle dell'HIV. Ma in alcuni casi potrebbe essere in zone non pro­tette, come la piega fra le natiche, e uno sfre­gamento del pene che potrebbe apparire una pratica "soft", tenera, coccolosa e quindi sicu­rissima, potrebbe già invece essere a rischio di trasmissione, nei due sensi di trasmissione. Quindi diciamo che facendo i test, curandosi nel caso di infezione, astenendoci da rapporti in presenza di lesioni e usando il preservativo come già facciamo per l'Hiv abbiamo già fatto abbondantemente il nostro dovere.
Abbiamo detto che l'Aciclovir non sradica il virus: aggiungiamo anche che la pomata è po­co attiva e che la cura efficace è quella in pil­lole, e che la frequenza dei cicli di sommini­strazione dipende dalla frequenza delle recidive e dalla loro durata. Qui il medico esperto quello dei centri MTS (malattie trasmissione sessuale) come continuo a ricordare, con la sua esperienza saprà consigliare al meglio!
Importante: si diceva una volta che si fosse contagiosi solo durante la fase iniziale del prurito e che quando apparivano le bolle e poi le croste non si potesse più trasmettere il virus. Non è vero, si è sempre contagiosi in tutte le fasi visibili della malattia e, come già detto, anche in un 3% dei giorni in cui non appaiono lesioni, perché si liberano inopinatamente, maledettamente, delle particelle virali. A queste fasi latenti si deve la maggior parte dei contagi, per cui astenersi quando invece la lesione è presente è un fatto istintivo per tutti. Va da sé che se vi siete ritrovati un herpes avete buone possibilità di essere stati contagiati anche con l'Hiv, per cui decidetevi di fare anche "quel" test, e iniziate a fare sempre uso di preservativi almeno da questo momento in poi.
Vi avevo detto che questo mese non sarebbe stato divertente, e non mi ci provo neppure a dire qualche battutina che vi faccia trarre un sospiro di sollievo. Voi usate sempre il preservativo e tutto quanto avete letto oggi vi potrebbe riguardare molto meno. Io l’ho già detto, ma si vede che non è bastato, se ancora c'è gente che non fa sesso sicuro e che si infetta. A costo di essere nauseante continuerò a martellare: PRE-SER-VA-TI-VO!
Il prossimo mese parleremo di una COSUCCIA, leggera seppur a volte dolorosa, la gonorrea, detta anche scolo. Che ormai si cura da decenni con gli antibiotici, ma non per questo è da sottovalutare, se non volete essere delle bombe biologiche ambulanti (o meglio inginocchiate), perché si tratta di un'infezione molto contagiosa.
Sempre Vostro, dottor Stranamore.

PS: Si cita come fonte tecnico-scientifica l’articolo del Sig. Pigi Mazzoli sulla rivista Pride nel luglio 2002 che sentitamente si ringrazia.

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