ancora miti, riti e liturgie di abbordaggio metropolitano

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lunedì 22 marzo 2010

Un popper tra amici


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Confessatelo, la prima cosa che vi viene in mente alla parola "dilatazione" è proprio quella, inarrivabile per alcuni, fonte di gioie per altri. Ma molte altre dilatazioni avvengono nel meraviglioso meccanismo del sesso. Quando si accende il desiderio, alcuni ormoni comandano la dilatazione dei vasi sanguigni. Questo se tutto funziona. Quando non funziona si usano medicinali vasodilatatori. Dato che l'organo (a volte) indispensabile è il pene, una volta si iniettava della papaverina direttamente nei corpi cavernosi. Ora ci sono medicinali più mirati, come il Viagra od il più moderno Cialis. Ma in medicina i vasodilatatori sono anche altri. Avrete sentito parlare dell'angina pectoris. Si tratta del restringimento delle arterie che alimentano il cuore. Quando il cuore ha bisogno di maggior nutrimento, le arterie ristrette non ne danno a sufficienza, il muscolo cardiaco entra in crisi e si sente un dolore al petto con senso di soffocamento. Per alleviare i sintomi e superare la crisi si prende della nitroglicerina (!) o si annusano alcune gocce di nitrato d'amile, che sono entrambi vasodilatatori. Il nitrato d'amile ha come fastidioso effetto collaterale un forte calore al viso e tensione alla testa. Vi ricorda qualcosa? Infatti il nitrato d'amile (ma anche altri nitrati come quello d'isobutile) sono usati spesso come sostanze ricreative e ludiche: lo si trova sottobanco in molte discoteche e nei pomo shop con il nome di popper. Quello che per un anginoso è un fastidioso effetto collaterale, il fatto che "vada alla testa", diventa il fine primo nell'uso durante il sesso. Il suo effetto varia da persona a persona, dalla formulazione del prodotto e dalla quantità inalata. Alcune persone hanno un notevole aumento dell'inturgidimento del pene, alcune l'aumento del tempo dell'erezione, altre solo una aumento estremo della percezione tattile, tanto da provare dei fantastici orgasmi nel farsi penetrare.
Ma è anche possibile che col popper il pene non si voglia più svegliare per alcune ore e che venga un terribile mal di testa, tanto da dover interrompere ogni attività. Ancora poco tempo fa, provando di nuovo il popper, ho avuto come effetti solo un gran mal di testa e una momentanea impotenza. Fine della sperimentazione personale. Per cui ricordate: ogni farmaco va usato sotto controllo medico, non per un fatto burocratico, ma perché esistono dei rischi reali, che arrivano fino alla morte. Soprattutto ricordare che certe associazioni sono veramente a rischio della vita, come annusare il popper quando si è assunto del Viagra. Anche solo per assumere il Viagra è necessario che il medico controlli lo stato del nostro cuore. Ma l'uso ricreativo di tutti questi farmaci e anche di quelli psicotropi, soprattutto mescolati fra di loro, ci ha fatto perdere alcuni amici, spero almeno siano morti felici, ma personalmente preferisco scopare e campare, piuttosto che godere e sparire. Altro rischio da non sottovalutare è che con queste sostanze (anche con il solo popper) potrebbe cadere il pieno controllo delle proprie azioni e portare a comportamenti a rischio, soprattutto dimenticare la pratica del sesso sicuro. Ma esiste un'altra strada per migliorare il sesso. Quella di rispettare il proprio organismo curando l'alimentazione, evitando alcool, tabacco e droghe. Conoscere il proprio corpo e aiutarsi con tecniche di rilassamento. Ai farmaci ci si deve già affidare quando il meccanismo si è rotto: non rompiamolo anzi tempo.
Alla prossima,
Vostro Dottor Stranamore.

NDR
Questo articolo è stato redatto basandosi in parte sull’articolo del Sig. Pigi Mazzoli pubblicato sulla rivista omosessuale Pride ed è stato qua e là modificato ed aggiornato per renderlo più attuale e funzionale ad un pubblico prevalentemente eterosessuale.


lunedì 22 febbraio 2010

Ogni corpo è un bel corpo

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PERCHE’ E’ UNICO E VERO

Di Dottor Stranamore

In questi mesi abbiamo parlato dei "difetti" che vediamo nel nostro corpo. E che spesso sono solo la spia di altri problemi che nulla hanno a che vedere con mancanze del nostro fisico.
Se riusciamo ad accettare per intero, anzi apprezzare, anche nelle sue trasformazioni inevitabili, il nostro corpo e anche quello dell' altro/a (senza cercare assolute perfezioni e idealizzazioni innaturali), forse saremo pronti non solo ad avere rapporti più veri e profondi con gli altri, ma anche ad accettare quello che fa parte inevitabilmente della vita di tutti noi: la vecchiaia. Ma anche le eventuali malattie e gli infortuni che potremmo trovare sulla nostra strada.
Senza cadere in depressione alla prima avversità della vita o ai primi segnali del proprio declino fisico. E di quello altrui.
Se doveste conoscere un gerontofilo approfittatene per farvi raccontare la bellezza di un corpo e di una mente che hanno attraversato il tempo: resterete affascinati da quante cose vi siete persi finora inseguendo il muscolo guizzante e la pelle tonica.
Questo è proprio un argomento estivo, ma considerando che magari qualcuno di Voi partirà per mete calde in occasione delle prossime vacanze pasquali, non è poi così fuori luogo. A quante "sfilate di moda" avete assistito sdraiati sulla spiaggia a prendere il sole? Perché, se si pensa di avere un fisico che attrae gli altri, non mostrarlo? Giustissimo, ma attenzione a non cadere nell'ossessione di volere essere perfetti. Se amare il proprio aspetto è un auspicabile traguardo, basare tutto sull'aspetto (o sulla cultura, o sui soldi, o su qualsiasi cosa che pensiamo ci renda grandi) può portare a crearsi una personalità non molto equilibrata. Conosco persone che credono di essere vittime dell'altrui invidia per la loro eccezionale bellezza, e che invece sono solo allontanate perché considerate noiose e vacue. Ad un amico che cercava la mia spalla per piangere del fatto che tutti lo desiderassero solo per le dimensioni del membro, facevo notare che in effetti era probabilmente vero, ma era anche vero che se ciò accadeva era perché lui stesso aveva dato ampia pubblicità a tale caratteristica, e che questo poteva significare che lui stesso la considerasse l'unica cosa che poteva attrarre gli altri, per cui gli era difficile accorgersi se un altra persona fosse attratta da lui solo per il cazzo o anche per il cazzo.
Gli ho pure suggerito di non essere avaro con le doti che la natura gli aveva fornito, e di distribuire gioia con abbondanza poichè tutto il bene che si fa torna sempre indietro prima o poi... Facciamo quindi attenzione a rimanere collegati con la realtà e a non costruirci castelli incantati, per non rimanere sepolti dagli inevitabili crolli. Ma esiste anche un altro atteggiamento riferito alle proprie doti: quello di sopravvalutarne la portata e ascrivere a loro ogni nostro successo, come se oscurassero come una maledizione l'interezza del nostro essere. Ho amici che si lamentano di essere ricercati solo per il loro aspetto, altri solo per la loro simpatia, altri, come detto, solo per le dimensioni del loro pene. Ci dimentichiamo a volte che siamo tutti diversi e che è sempre l'insieme delle nostre caratteristiche a farci unici e a far innamorare qualcuno di noi. Ricordiamoci che riempirsi la casa di specchi ci aiuta ad accettare il nostro aspetto e che un reale scambio di idee con gli altri ci aiuta a considerare la nostra piacevolezza.
Se comunque qualcuna delle nostre doti (sia l'assomigliare ad una statua greca come l'avere un grosso conto in banca) dovesse essere davvero fuori dal comune, che non diventi una barriera che ci separa ma che venga usata per dare felicità agli altri. Ringraziando il caso di averci dato qualcosa che viene apprezzato.
Ma torniamo al punto iniziale, la vecchiaia. Chi ha costruito per intero la sua immagine sulla bellezza, sulla perfezione del proprio corpo, si troverà ad affrontare un duro lavoro nel tempo ad ogni cambiamento che avverrà (vedi la scenata di Claudia Mori a X-factor in cui l’attempata signora vedendo un montaggio di sue fotografie giovanili ed odierne messe a confronto si è scagliata contro la produzione a dire suo per “scortesia”). Non accetterà i segni del tempo, ancora peggio non accetterà l'idea di ammalarsi, e questo lo terrà alla larga da esami che potrebbero rivelare cose che non potrebbe accettare.
In questo limbo artificiale è meglio non sapere, e vivere d'illusioni.
Ma quando l'incantesimo si rompe e si cade nella realtà (e prima o poi questo è inevitabile) la crisi sarà difficile da superare.
Forse è fortunato chi non è stato dotato di particolare avvenenza, di particolari doti e di particolari fortune. Avrà dovuto camminare in salita fin dal primo giorno, ma tutto quello che ha costruito sarà veramente guadagnato e apprezzato, da se stesso e dagli altri. Considererà come un dono inestimabile ogni piccola attenzione altrui, ogni gesto d'affetto.
Si emozionerà per ogni bacio conquistato. E vivrà una vecchiaia di splendidi ricordi.
A meno che un gerontofilo non incroci la sua strada e gli faccia vivere una seconda giovinezza. Alla faccia delle statue greche.
Alla prossima, Vostro Dottor Stranamore.

NDR

Questo articolo è stato redatto basandosi in parte sull’articolo del Sig. Pigi Mazzoli pubblicato sulla rivista omosessuale Pride ed è stato qua e là modificato ed aggiornato per renderlo più attuale e funzionale ad un pubblico prevalentemente eterosessuale.


giovedì 14 gennaio 2010

A letto con in Dottor Stranamore: Sei grande, grande, grande


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di Dottor Stranamore

In una puntata precedente abbiamo visto che dritto o storto, grande o piccolo, ogni pene può essere perfetto per chiunque, o addirittura meraviglioso per qualcuno. A volte chi lo ha grosso si lamenta di non poterlo usare a piacimento ma solo con particolari cautele, sia nel sesso orale che in quello penetrativo. Chi l'ha piccolo, chi l'ha storto ... A parte i casi di reale insufficienza (esistono peni di 2 o 3 centimetri) gli altri vanno sempre bene allo scopo. Dirò di più, alcuni cercano compagni particolarmente minidotati, perché lo trovano eccitante. Tanto per ricordare che c'è sempre qualcuno per ognuno, da qualche parte.
Il pene ha dei legamenti che lo sostengono più o meno sollevato quando è in erezione. Recidendo chirurgicamente parte di questi legamenti si ha l'effetto che esso, in riposo, parta da un punto più basso dell'inguine e che quindi risulti di conseguenza allungato di quel tanto che è stato reciso. Attenzione: l'effetto non ha conseguenze durante la fase di erezione, e serve soltanto per chi ha il pene molto corto e si vergogna a mostrarsi nudo; durante l'erezione gran parte di questo incremento risulta inutile per via della posizione comunque sollevata che il pene prende durante la penetrazione. Un altro escamotage è estrarre il grasso dall'inguine con la liposuzione per guadagnare un centimetro o due. Tuttavia la chirurgia estetica, pur intervenendo sul corpo, spesso ha effetti solo sulla psiche, anche se si deve rispettare pure chi considera il suo problema come irrisolvibile. Attenzione però: se un tatuaggio si può togliere, seppur con molti soldini e tanto dolore, certe operazioni sono per tutta la vita, e spesso sono un danno per tutta la vita. Se i transessuali si costruiscono una nuova anatomia (ma anche loro a volte si pentono) chiunque ha il diritto di modificare il proprio corpo, ma tenendo ben presente che le aspettative e i risultati spesso non coincidono e che certe operazioni creano a volte danni irreparabili. Avrete sentito dalla cronaca di quella persona che evirava, su richiesta, i suoi partner, di quelli che si fanno castrare (e vanno fieri del loro essere eunuchi), di quello arrestato perché ha ucciso e mangiato il suo amante su sua richiesta, come atto "d'amore estremo". lo raramente esprimo qui giudizi, o almeno cerco di trovare ragioni anche nei pensieri meno diffusi. Ma, permettetemelo, qui faccio di tutte le erbe un fascio e metto insieme tutte queste pratiche, dall'allungarsi il pene al cannibalismo, come delitti contro l'integrità del corpo. Non fidatevi ciecamente del chirurgo che vi promette solo ottimi risultati: anche una semplice intramuscolo ha i suoi rischi, queste operazioni sono ben più complesse, coinvolgono non solo l'immagine ma anche il corretto funzionamento del nostro corpo: meccanismi che miracolosamente stanno in equilibrio dopo millenni di evoluzione possono crollare per un intervento chirurgico, anche il più semplice. Come al solito, se si desidera fuggire nell'isola che non c'è, significa che abbiamo un problema che non vogliamo risolvere dentro di noi, ma fuggendo, si sa, andiamo solo incontro a delusioni maggiori. Teniamoci quindi il nostro corpo, che non ha difetti, ma solo caratteri unici e irripetibili, quasi preziosi. Chiuso l'argomento.
Tornando alla questione delle dimensioni, a volte non c'è una diretta relazione tra le dimensioni a riposo e quelle in erezione. Per quanto riguarda il cambiamento in grandezza, questo dipende in gran parte da come sono fatti i corpi cavernosi che, essendo spugne che si gonfiano di sangue, in alcuni casi hanno solo un effetto di indurimento; in altri, invece, comportano anche una crescita di dimensioni, a volte particolarmente vistosa. Ma nella lunghezza interviene un altro fattore. Il pene non è tutto quello che si vede, e continua anche all'interno, dove è "attaccato" al corpo. Secondo il punto in cui è situato questo punto (scusate la ripetizione) e che varia da persona a persona) il pene a riposo si ritira e può, più o meno, ridursi nella sua parte esterna. Ho scoperto l'altro giorno un dato inaspettato, o forse logicissimo: circa l'80% di chi si rivolge a un andrologo teme di avere il pene troppo piccolo. Ovviamente, come abbiamo visto, queste paure sono solitamente infondate. Per consolarci pensiamo che solitamente i peni troppo grossi hanno anche più problemi di erezione e che a volte non raggiungono uno stato di durezza sufficiente per la penetrazione. Sarà un luogo comune ma mi consola molto. Ma di questo goloso (ma a volte doloroso) argomento parleremo il prossimo mese.
Alla prossima,
Vostro Dottor Stranamore.

NDR
Questo articolo è stato redatto basandosi in parte sull’articolo del Sig. Pigi Mazzoli pubblicato sulla rivista omosessuale Pride ed è stato qua e là modificato ed aggiornato per renderlo più attuale e funzionale ad un pubblico prevalentemente eterosessuale.

lunedì 15 giugno 2009

I quesiti della Pytta 15



Con i tempi che corrono, almeno lavorativamente parlando, non si dormono certo sonni tranquilli.......un giorno sei a lavoro nel tuo ufficio, il giorno dopo ti accorgi di non vedere la tua scrivania nemmeno più in un miraggio!
Un pò quello che è successo ad una mia cara amica, ex dipendente di una grande multinazionale televisiva che ha chiuso improvvisamente 3/4 dei suoi canali sparsi per il mondo.


Una sera chiaccherando col tentativo di sdrammatizzare la situazione, abbiamo cominciato a chiederci se, visto il periodo di crisi, non cominciassero anche a cambiare le abitudini morali e di preservazione della marmaglia umana in cerca di lavoro.


Nel senso.....si fa tanto un gran parlare di raccomandati, di venduti, di gente che fa strada per non si sa quale preciso motivo (o meglio si sa ma nessuno lo dice)........ma secondo voi, in momenti come questi, non si è andata ingrossando la categoria di coloro che si domandano "e se mi dessi in cambio di?".

Tralasciamo un attimo il valore intrinseco del lavoro come realtà/diritto, del ruolo che la stessa Costituzione ha ad esso assegnato, della morale che anche in questo caso verrebbe tirata in ballo.........ma è davvero possibile che tra il finire a lavare cessi in un autogrill e il lavorare in una prestigiosa azienda come si era sempre sognato ci passa solo e soltanto un letto e che, soprattutto, la maggior parte delle persone per rispetto di sé stesse sceglierebbe la prima ipotesi pur di non?
Io non mi ritengo ipocrita, sarà per questo che me lo domando. Ammetto anche tranquillamente di non essermi mai trovata in una situazione simile, e, magari, i più maligni potrebbero pensare che sia proprio questo il motivo per il quale mi pongo tale quesito.
Ma a volte vengo invasa da una tale rabbia.......soprattutto in quest' ultimo periodo in cui il lavoro è davvero ballerino, traballante, in bilico e chi più ne ha più ne metta!

Avete presente Rutger Hauer in Blade Runner? "ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare....." a me ne vengono riportate ogni giorno di nuove e sempre più succose! Mi sento come la fonte segreta di Dagospia................

Ma, io mi domando..........bisognerebbe avere così schifo di sé nel caso in cui si compisse un passo del genere?

Per la cronaca.....la mia amica asserisce che se fosse per un lavoro decente ed un altrettanto decente stipendio forse ne varrebbe la pena.
Forse.........

pytta

lunedì 22 settembre 2008

A letto con il Dottor Stranamore: L'herpes genitale


Kiss - Roy Lichtenstein

di Dottor Stranamore

Mi sforzo sempre di essere divertente, o alme­no lieve, nel parlare ogni mese di una croce di­versa. Questa volta tocca all' herpes genitale, che però di divertente non ha nulla, neppure un nomignolo buffo su cui scherzare ...
Come appare? Inizialmente del prurito, poi si formano delle bolle di siero, anche molto pic­cole, poi queste si rompono e resta solo la le­sione che forma una crosta che guarisce nel tempo. Questa è la fase visibile, fastidiosa, di questa infezione, ma vedremo più avanti che l'affare è più complicato.
Dove appaiono le lesioni? Genericamente nel­la zona dei genitali (da qui il nome) quindi sul pene, soprattutto sul glande, e all'ano, anche nella zona intorno ad esso. Da non confondere con l'herpes simplex, che è la comune "feb­bre" al labbro, o con l'herpes zoster che è quello chiamato "fuoco di sant' Antonio", che sono malattie diverse, seppur con origine e manifestazioni simili.
Iniziamo a dire che l'origine è virale e che il virus è presente nella pelle anche quando le lesioni scompaiono. E che quindi si è conta­giosi anche senza la presenza visibile della malattia. In questa fase, detta latente, si può trasmettere il virus, con i contatti sessuali non protetti, con una probabilità variabile dalla quantità di virus (e vedremo poi come dimi­nuirla) e per periodi imprevedibili che statisti­camente si possono quantificare in una decina di giorni distribuiti nell'arco di un anno. Quindi c'è più probabilità di contagiare quan­do la malattia non è visibile perché, quando appaiono le lesioni, di solito ci si astiene istintivamente dai rapporti sessuali.
Al di là dell'osservazione delle lesioni, per la diagnosi esistono due tipi di esami. Uno è la ricerca degli anticorpi nel sangue che, a se­conda del laboratorio che lo esegue, può esse­re più o meno affidabile. Esame semplice, poco costoso (circa 8 euro di ticket in Lombar­dia), si può eseguire di routine assieme agli al­tri esami, secondo la frequenza e le modalità dei rapporti che avete.
Se esiste invece già una lesione allora è utile eseguire la ricerca del Dna virale, che è un metodo molto affidabile seppur costoso (circa 40 euro di ticket in Lombardia) e che non tut­ti i laboratori eseguono.
Una volta accertato di avere il virus cosa si può fare? Per fortuna esiste da anni un far­maco, l'Aciclovir che, anche se non elimina il virus, lo riduce quantitativamente. Curarsi è doppiamente utile: primo diminuisce la fre­quenza e l'estensione delle recidive, cioè quante volte saremo "fermi" per lesioni e quanto tempo ci metteranno a guarire; secon­do, più importante, abbassando la replicazio­ne virale, cioè la quantità di virus prodotto, abbassa la possibilità di contagio anche nelle fasi in cui non sono presenti lesioni (!!!).
C'è da dire che gran parte dei casi di infezio­ne non avverrebbero se si usasse sempre il preservativo, perché le modalità di trasmis­sione sono molto simili a quelle dell'HIV. Ma in alcuni casi potrebbe essere in zone non pro­tette, come la piega fra le natiche, e uno sfre­gamento del pene che potrebbe apparire una pratica "soft", tenera, coccolosa e quindi sicu­rissima, potrebbe già invece essere a rischio di trasmissione, nei due sensi di trasmissione. Quindi diciamo che facendo i test, curandosi nel caso di infezione, astenendoci da rapporti in presenza di lesioni e usando il preservativo come già facciamo per l'Hiv abbiamo già fatto abbondantemente il nostro dovere.
Abbiamo detto che l'Aciclovir non sradica il virus: aggiungiamo anche che la pomata è po­co attiva e che la cura efficace è quella in pil­lole, e che la frequenza dei cicli di sommini­strazione dipende dalla frequenza delle recidive e dalla loro durata. Qui il medico esperto quello dei centri MTS (malattie trasmissione sessuale) come continuo a ricordare, con la sua esperienza saprà consigliare al meglio!
Importante: si diceva una volta che si fosse contagiosi solo durante la fase iniziale del prurito e che quando apparivano le bolle e poi le croste non si potesse più trasmettere il virus. Non è vero, si è sempre contagiosi in tutte le fasi visibili della malattia e, come già detto, anche in un 3% dei giorni in cui non appaiono lesioni, perché si liberano inopinatamente, maledettamente, delle particelle virali. A queste fasi latenti si deve la maggior parte dei contagi, per cui astenersi quando invece la lesione è presente è un fatto istintivo per tutti. Va da sé che se vi siete ritrovati un herpes avete buone possibilità di essere stati contagiati anche con l'Hiv, per cui decidetevi di fare anche "quel" test, e iniziate a fare sempre uso di preservativi almeno da questo momento in poi.
Vi avevo detto che questo mese non sarebbe stato divertente, e non mi ci provo neppure a dire qualche battutina che vi faccia trarre un sospiro di sollievo. Voi usate sempre il preservativo e tutto quanto avete letto oggi vi potrebbe riguardare molto meno. Io l’ho già detto, ma si vede che non è bastato, se ancora c'è gente che non fa sesso sicuro e che si infetta. A costo di essere nauseante continuerò a martellare: PRE-SER-VA-TI-VO!
Il prossimo mese parleremo di una COSUCCIA, leggera seppur a volte dolorosa, la gonorrea, detta anche scolo. Che ormai si cura da decenni con gli antibiotici, ma non per questo è da sottovalutare, se non volete essere delle bombe biologiche ambulanti (o meglio inginocchiate), perché si tratta di un'infezione molto contagiosa.
Sempre Vostro, dottor Stranamore.

PS: Si cita come fonte tecnico-scientifica l’articolo del Sig. Pigi Mazzoli sulla rivista Pride nel luglio 2002 che sentitamente si ringrazia.

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