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mercoledì 4 maggio 2011

Chie ti faghet luttu?


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proprio perchè in tempi di elaborazione delle immagini e di pornografia del dolore non è la foto delle spoglie di un uomo/simbolo ad attestare la verità (o a fare ricredere sulla sua morte o meno), penso che l'immagine di un cadavere non debba essere mostrata/esibita come certi trofei sui cofani delle auto al rientro dalla caccia. Per gli stessi motivi ritengo che non debba neanche essere chiesta. Ai resti di una persona, per quanto sia stata efferata in vita, deve essere portato rispetto. Ritengo che mostrare le immagini di un morto (soprattutto se deceduto in corcostanze violente) siano un oltraggio al pudore. Non tanto per chi quel corpo l'ha indossato, ma per chi l'ha amato. Sulla realtà della morte di Osama Bin Laden ora penso valga molto di più il silenzio di Al Qaeda che il ciarlare di chi chiede la prova provata, il corpo del reato. Mi torna in mente un episodio avvenuto mentre ero alla medie, la "battaglia di Osposidda": dopo un feroce conflitto a fuoco con la banda dei sequestratori (con vittime anche tra le forze dell'ordine), i cadaveri dei banditi vennero esposti sui cofani delle auto delle forze dell'ordine e portati in processione per le strade di Nuoro. La popolazione, per quanto contraria ai sequestri, restò profondamente scossa dalla vicenda.
Mai come in queste ore la nostra cultura sembra precipitata in un passato a tinte fosche, non dico in un medio evo con corpi impalati a monito dei nemici, con folle gaudenti per l'esibizione di piazza, ma nell'arena gladiatoria destinata a placare il vulgo che chiedeva panem et circenses.
Mi ha infastidita profondamente vedere i festeggiamenti di piazza per la "missione compiuta", non meno dei festeggiamenti degli integralisti islamici dopo gli attentati delle Twin towers, di Londra o dell'Atocha. Penso che sia un segno tangibile dell'imbarbarimento, una mancanza di rispetto per le migliaia di vittime civili  in Afghanistan e in Iraq, coinvolte ingiustamente in guerre pretestuose al terrorismo, valgono forse meno di quelle degli attentati che hano scatenato questi conflitti? O siamo davvero allo scontro di civiltà? Se è così quella cui dovrei appartenere per nascita ed educazione non mi fa meno paura. 

Sonende bos passizan


finas in s'istradone


omines assimizan


a peddes de sirbone.


Sa piedade at sutu


ranchida sa mammidda.


Chie bos faghet luttu mortos de Osposidda?



1 commento:

Adriano Maini ha detto...

Sì, c'é da meditare sulla ferocia degli uomini!

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