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giovedì 3 settembre 2009

L'affetto in affitto




Le perversioni dell'agenda setting

Di Trippi


Torno ora da una pausa pranzo tra il faceto e il surreale come sanno essere solo quelle con il mio amico Marchigno. Tra un'ipotesi per un'operazione di marketing e qualche chiacchera sui nuovi corsi di ballo per la stagione 2009-2010 ogni tanto ci parte la brocca e parliamo di tempo e relazioni. Le mie conversazioni con Marchigno, come quelle con Chica mala danno spesso origine ai post che poi butto giù in queste pagine.

Così l'argomento di oggi: l'affetto in vendita o, meglio, in affitto.

Siamo talmente impegnati a riempirci la giornata e la settimana di impegni, da non avere più il tempo di non dico coltivare le relazioni, ma neanche farle nascere. Siamo talmente immersi nella nostra agenda, pressati da schedulazioni organizzate al secondo da perderci le occasioni per conoscere nuove persone, permetterci una premessa per futuri rapporti.

Siamo talmente oberati di impegni da importare lo speed date, in modo da capitalizzare la conoscenza dell'altro e applichiamo teorie neoliberiste del massimo risultato con il minimo sforzo all'affettività. Persino quella potenziale o in fieri.

Una tristezza desolante.

L'ultimo prodotto raccapricciante di questa cultura dell'ottimizzazione del tempo (anche se non riesco a vedere proprio niente di ottimo!) è il "coccola date". Qualche furbone ha capito che l'essere umano ha bisogno affettività e contatto e ha pensato bene di commercializzare anche quello.

Un appuntamento in cui fare rifornimento di calore umano e riprendere a correre dietro a chissà che.
Ma davvero ci siamo ridotti al punto di aver bisogno di un appuntamento per abbracciare qualcuno? Mi chiedo poi se ci si abbracci tutti, a prescindere o se, per sfruttare al meglio il costo dell'operazione ci si stringa amorevolmente solo a quelli d'aspetto gradevole.. mi chiedo poi cosa succeda sotto la cintola di alcuni abbracciatori nei quali prevale il testosterone sulla serotonina. Ma queste sono forse domande oziose, che riempiono la mia mente ottenebrata dal pasto e dal bisogno di caffeina. Ma temo che per togliere certi dubbi dalla mia testolina non basti neanche un caffè doppio.



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