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venerdì 26 giugno 2009

Anatomia di una donna da tassonomia spicciola

Di Trippi



Vi ripropongo il Buongiorno di Gramellini su La Stampa di un paio di giorni fa!


Come portavoce autonominato della Opposizione Estetica, mi permetto di esprimere tutto il mio sommesso disgusto per il prototipo di donna che emerge dagli scandali di queste settimane, che poi è la stessa donna che vediamo paparazzata nelle feste della Roma Cafona o issata sui troni di cartapesta di certi programmi televisivi. Bella di una bellezza vistosa e ritoccata. Vestita e truccata come la maschera di un trans. Aggressiva, sgangherata, ignorante. Non so per quale ragione certi uomini di potere abbiano una predilezione per lei. Immagino perché non li mette in discussione. E’ una donna-sofà, a cui il potente si rivolge per scaricarsi e rilassarsi, con lo stesso spirito con cui davanti al televisore preferisce una gara di rutti a un programma di storia. So però che sopravvive un altro genere di maschi e che a questi maschi continua a piacere l'altra donna. Quella che non sghignazza, ma sorride. Che non mostra, ma allude. Che non seduce con le microgonne, ma con gli spacchi. Che conserva intatto il mistero femminile e intriga l'uomo che cerca di entrarvi in comunione. Che non si rifà, ma ha cura di sé. E sa coltivare sogni più larghi di una passerella scosciata in tv. Di quest’altra donna i media non parlano più, al punto che qualcuno è arrivato a preconizzarne la scomparsa. Mai la realtà fu così lontana dalla rappresentazione. L'altra donna esiste e cammina ogni giorno accanto a noi. A scuola, in famiglia, in ufficio, sul tram. Basta solo ripulire un po’ lo sguardo per riuscire a cogliere la sua meraviglia. (24/06/2009 Massimo Gramellini)

E' imbarazzante quanto ci sia di vero e scontato nel contenuto di quelle poche righe! Ma se siamo tutti d'accordo, in linea di massima e in linea teorica con quanto messo nero su bianco, com'è che nella realtà spicciola, di tutti i giorni le cose viaggiano su ben altri binari?


Questi i miei contatti odierni con la concezione del "corpo" femminile da stamattina ad adesso:


10.00 un'amica con evidenti problemi di bulimia e sovrappeso incontrollabile mi segnala, su facebook, la sua adesione a un gruppo contro l'anoressia, tono della discussione non tanto il profilo psicologico o il quadro clinico/medico di chi soffre di questo problema, ma commenti sulla bellezza o meno delle modelle ritratte, sul ritocco o l'originalità degli scatti;


14:00 durante il controllo della posta su hotmail leggo la seguente notizia corredata da foto rubate sotto la luce del sole della Sardegna, che mette a dura prova anche il corpo più scultoreo: "La misteriosa cellulite della Marini... " un occhiello spiega "Valeriona nazionale fallisce la prova costume, e si difende: 'foto appositamente ritoccate'". Ora va bene tutto, ma le foto posate per servizi giornalistici e calendari vengono puntualmente ritoccate, che ci possa essere qualche imperfezione nella pur splendida Marini, mi sembra umano e diciamolo pure, doveroso per l'autostima del resto delle donne!


Non sono gli unici, ma sono emblematici di quello che ci colpisce o di quello che dovrebbe colpirci secondo i media! Etichette al femminile che fanno leva sulle nostre debolezze, sul nostro perenne senso d'inadeguatezza, solleticando e sollecitando l'invidia e la gelosia del corpo altrui!



Insomma care le mie donne da tassonomia spicciola, forse dovremmo smettere di essere le prime nemiche di noi stesse e riscoprire non dico l'umana comprensione per i problemi altrui, ma ricominciare a essere inanzitutto donne e non veline, femmine e non seduttrici a ogni costo.



Buon fine settimana a tutti!



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7 commenti:

Marco el Risueño ha detto...

Non capisco a chi possa piacere questo modello di donna e non capisco perché molte donne decidano di plastificarsi. Non capisco perché ormai la donna per far carriera debba mostrare solo il lato estetico ( finto in molti casi) e non capisco perché questo è ciò che chiede il mercato ( media , tv etc.) Non giudico, convinto sostenitore del fatto che ognuno è libero di fare ciò che vuole per star bene con se stesso, a patto che non offenda il prossimo ma mi chiedo a cosa serva tutto questo se non a far soldi. Il mio parere è che la donna debba rimanere naturale al 100% e se ha qualche soldino da buttare più che dal chirurgo plastico sarebbe meglio lo investisse in studi. Se poi vogliamo essere sinceri all'uomo non piace la donna con i labbroni (al 90% storti) e gli zigomi alla Dolph Lundgren . L'unica cosa che possiamo fare per difenderci da questi “mutanti” è non alimentare il loro proliferare... e come, direte voi ? Semplice, fatte come me, non comprate giornali di gossip e non guardate la tv quando si parla di queste androgene, vedrete che qualcuno si accorgerà che è meglio trovare altri argomenti. Son sicuro che il fenomeno passerà di moda in breve tempo e si inizierà a capire che per fare carriera bisognerà farsi il c... e non farselo fare.
Marco

Anonimo ha detto...

Dovremmo smetterla di guardarci l'un l'altra come quarti di bue (e la cellulite, e il rotolino, e il brufoletto, e la caviglia forte).
Qualche tempo fa avevo letto di un'iniziativa che consisteva nell'astenersi dal fare commenti basati sull'aspetto fisico delle altre donne o di se stesse, per una settimana. Si sarebbe così preso coscienza del peso sproporzionato che diamo al nostro aspetto fisico rispetto ad altri aspetti della nostra esistenza. Questa preponderanza dell'aspetto fisico poi porta sia alle mutanti di cui parli nel post, che all'attenzione ossessiva ai corpi delle celebrità.
C'è da chiedersi poi chi abbia interesse a spingerci fin da bambine a conformarci ad un ideale estetico per lo più irraggiungibile, tanto da richiedere la chirurgia.

Trippi ha detto...

Marco e Cincia avete toccato il punto, c'è un interesse economico che fa leva sui nostri peccatucci di vanità. Ma a un certo punto il peccatuccio è passato dall'aspetto estetico a quello valoriale. E' questo il punto che proprio non riesco a mandar giù! Donne che conquistano visibilità e posizioni in base a criteri maschiocentrici e livellano verso il basso i punti di riferimento di vecchie e nuove generazioni.

Anonimo ha detto...

Se conquisti una posizione lo fai sempre in base a criteri maschiocentrici, che siano quello della bellezza o quello della donna "con le palle" (e perchè con le palle poi? Se la smettessimo di propagandare il sessismo anche in come parliamo?).
Certo, ultimamente è diventato più evidente anche in politica e ad alti livelli cosa si vuole che una donna faccia e rappresenti, ed è scoraggiante.
Secondo me c'è bisogno, ora più che mai, del femminismo che ci tiri fuori da queste secche.

Trippi ha detto...

Cincia: sentivo giusto oggi un'intervista a Sveva Casati Modigliani sul suo nuovo libro e sulle donne della sua generazione: Dalla conquiste femministe al lettino del chirurgo. Un ritratto sconfortante di una generazione che ha chiuso il cerchio del conformismo maschiocentrico.

Anonimo ha detto...

Certo, per chi ha vissuto quelle lotte deve essere anche peggio guardarsi intorno adesso.

Marco el Risueño ha detto...

Sostengo sempre più la linea della pancetta e rotolini nella donna e se poi il seno casca...ma chi se ne fregaaaa. Vale la pena secondo voi sottoporsi ad una anestesia totale per un seno anti gravità? Fosse un intervento anche per il miglioramento delle capacità intellettive beh allora ... Conosco donne che come velocità di pensiero mi fanno dieci a uno (uno lo considero per la bandiera), quelle che quando stai pensando una cosa e inizi a mettere in ordine soggetto, verbo, prima di esprimerla ti danno già la risposta. Quello è vero fascino ed qui che voi donne dovete combattere le mutanti che hanno in testa solo misure e forme come gli architetti.
Marco

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