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mercoledì 22 settembre 2010

Non è una malattia


Sara pur vero che la gravidanza non è una malattia, lo so bene, mi permetto però, arrivata all'inzio dell'ottavo mese di gravidanza, di fare qualche considerazione sull'atteggiamento dell'italico popolo nei confronti delle donne incinte.

La prima volta che ho sentito questa breve ma incisiva affermazione è stato nei corridoi del posto in cui fino a ieri ho lavorato; mi ero lamentata del fatto che, nonostante la mia situazione mi avessero infilato nei turni il sesto giorno di lavoro settimanale, detto anche "multiperiodale" senza pensare che probabilmente questo mi avrebbe affaticato. Una collega mi riferì di aver captato l'uscita infelice non da un uomo come si potrebbe pesare bensì da una giovane donna. Mi ricordo che rivolsi un pensiero a questa meschina figura: "prima o poi anche tu partorirai e lo farai con dolore!".
Non dilunghiamoci troppo poi, sulla scarsa sensibilità nella scelta degli orari di lavoro, almeno 2 settimane al mese 14.00/22.00 per quattro o cinque giorni consecutivi non mi sono stati fatti mancare, sempre per rafforzare l'adagio che la gravidanza non è una malattia. Per ultimo poi, ma non meno importante il singolare fatto che proprio nella settimana di riposo post amniocentesi mi infilarono (putacaso!) una bella settimanina di ferie.
I commenti sono superflui possiamo tranquillamente glissare e passare oltre.

Parliamo ora della vita quotidiana. Provate ad andare in un supermercato che abbia almeno una cassa con precedenza a disabili e donne in attesa; provate poi a far valere il vostro diritto di prelazione, se vi va bene vi guardano in cagnesco se vi va male, come è successo a me più di una volta ti dicono "perchè mi passa avanti?", tu fai segno sui simboli di CARROZZELLA E PANCIONE e loro "perchè? lei è disabile?". Ma SCEMO DI MERDA! (scusate la colorita espressione ma quando ci vuole ci vuole), non la vedi la pancia, è tanto grande da poter addirittura oscurare il sole!
In metropolitana poi? Tutti con il sedere incollato al seggiolino a far finta di leggere le pubblicità sopra i sedili di fronte o a rimirarsi le punte dei piedi, l'unica persona e l'unica volta che ho avuto l'onore di sedermi è stato grazie ad un ragazzino rumeno davvero molto gentile ed educato (poi sanno solo parlare male degli immigrati, puah!).
Anche dal parrucchiere... covo di giovani e meno giovani serpentesse! Sabato scorso decido di farmi lavare i capelli e farmi fare la piega in un momento di estrema pigrizia, entro e i divanetti e le poltroncine sono tutte occupate. Giuro che ho visto il panico nei volti di tutte le signore alle quali ovviamente ho rivolto uno sguardo di estrema pietà, per capire quale di loro avrebbe compiuto il nobile gesto. Nada! niente da fare, nessuna dico nessuna ha pensato minimaente al fatto che le mie caviglie sono 2 zampogne e stare in piedi mi risulta davvero doloroso.
Ultimo episodio in ordine di tempo stamatina: mi reco in ospedale per fare degli esami urgenti, tra gli sportelli ce n'è uno che è appositamente riservato alle urgenze e alla consegna di materiale biologico ed io sono titolare di entrambi i requisiti, nonchè palesemente gravida. Mi appresto a consegnare ricette e provette e si fa avanti una megera adiratissima: "uèèè, guardi che ci sono prima io" sbattendomi in faccia il numerino. Stavo già partendo in quarta per mangiarle la faccia e tutto il resto ma l'impiegato al di là del vetro fortunatamente (per lei), ha ristabilito subito l'ordine.

Aaaaaaaah, alla presentazione del corso di preparazione alla nascita arrivo in ritardo, tutti i posti a sedere sono occupati da future mamme e futuri papà. Pensate che qualche uomo abbia avuto la decenza di alzarsi? Impensabile!

Potrei andare avanti all'infinito, tanti sono gli aneddoti che ho raccolto negli ultimi sette mesi, credo comunque che questo sia sufficiente. Ribadisco, non è una malattia, sono d'accordo, è un evento lieto, non è propriamente invalidante ma è sempre una condizione particolare, andrebbe trattata con un pò di sensibilità, ci vorrebbe un minimo di educazione in più.

Ma noi italiani abbiamo perso il senso dell'altruismo, non siamo più in grado di rispettare il prossimo e di aiutarlo. Siamo diventati un popolo di burini egoisti.

6 commenti:

Trippi ha detto...

Chica: sapessi quante volte ho assistito alla stessa scena in metropolitana, donne con il pancione o anziane che non si reggono neanche sedute vengono guardate come potenziali rompibiiip in grado di destabilizzare il precario equilibrio mentale e fisico di amebe su due gambe

enzo ha detto...

Che notizia! Sei vicina al parto!
Non sono un assiduo spippolatore è vero, e non avevo percepito la tua attesa. Bellaaaaa! Grazie, a nome dell'Umanità (almeno quella parte che tratta con affetto le donne col pancione).
Ciao

Unknown ha detto...

è colpa mia, ho latitato troppo tempo forse..
d'ora in avanti, almeno per un pò giuro che firmerò i post ehehehe

Anonimo ha detto...

Infatti, un popolo di burini egoisti. Qualcuno forse pensa anche che dato che noi donne ci siamo volute "la parità" (ma dove sarebbe poi 'sta parità) anche in un momento particolare della vita come la gravidanza non dobbiamo ricevere nessun riguardo. Appunto, burini egoisti.
Un abbraccio!

Unknown ha detto...

lasciamo stare gli uomini che, biologicanete parlando, forse mancano un pò più di empatia, ma le donne, quelle non le capisco proprio, tantomeno le giustifico...

Anonimo ha detto...

Nè uomini nè donne sono giustificati: l'essere umano dovrebbe poter avere sufficiente empatia a capire e condividere i problemi altrui anche se non li vive sulla sua pelle. Buon ultimo mese di pancione!
Abbraccio.

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