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giovedì 4 giugno 2009

Profumo di donna


di Trippi


ieri ho finito il profumo, per me un piccolo dramma. Sono talmente abituata ad indossare il profumo che uscire senza è un pò come uscire senza mutande.

Uso lo stesso da una decina d'anni, il Samsara. Da un paio d'anni lo alterno con il Narciso Rodriguez, un regalo del Signore delle tempeste per svecchiare i miei gusti. Porto bene entrambi, ma quando devo fare qualcosa che nella mia personale gerarchia di valutazione è un ciccinin importante allora metto il Samsara. Non cambio fraganze a seconda delle stagioni, e non corro il rischio di macchiare la pelle in estate perchè metto il profumo sui capelli, alla base della nuca, subito sopra il collo. Il profumo è una mia marca, per questo mi piace essere abitudinaria, fedele, riconoscibile. Non eccedo nella quantità, non mi piace lasciare la scia, ma un'impronta. Se qualcuno entra in una stanza dopo che ci sono stata io, oppure mi si avvicina sente la fragranza. Più di una volta mi è capitato di gongolare nel sentire persone care o colleghi realizzavano il mio rientro dopo periodi di assenza grazie alla mia traccia odorosa: "sento profumo di Trippi".

I profumi, le fragranze, gli odori hanno una valenza importantissima, l'olfatto, per una persona miope come me è andato a colmare le carenze della vista. Proporzionalmente al calo della vista è aumentata la mia capacità di percepire umori e sentori più o meno gradevoli. Olezzi di sudore o profumi di vaniglia e biscotti mi facevano provare repulsione o amare posti e persone. Incomparabile il profumo del pane appena sfornato nel panificio dei miei zii quando ero bambina, quello di nafta che restava addosso a mio padre al rientro dal lavoro, la fragranza paziente di mia mamma un mix tra detergenti profumati per la casa e cibi genuini. Mia nonna, poi, la collego sempre al profumo di finocchietti selvatici e asparagi, erbe e verdure di campo che raccoglievo con mia madre prima di andare a trovarla. Tremendo, invece, il tanfo acre negli spogliatoi delle palestre durante la mia adolescenza agonistica.
La Sardegna per me ha l'odore di rosmarino e di salsedine che si respira in aeroporto appena sbarcati, Milano puzza di scarico d'auto e ogni tanto, con il vento, arriva qualche zaffata di letame dalle cascine Eau de letam!

Per tornare al mio profumo, oggi resterò senza, perlomeno fino a stasera, quando andrò a ritirare la boccetta di Samsara che mi ha già procurato la mia amica sicula in una di quelle offerte che non si possono rifiutare. Nella profumeria della sua coniquilina è in corso una svendita per la chiusura dell'attività, si acquistano due prodotti pagando la metà di quello più caro.

Quando si dice a fagiuolo!


1 commento:

Unknown ha detto...

per la cronaca, anche io sabato preso da un moto di shopping compulsivo ho comprato una nuova boccetta del mio profumo cult. rimandavo da tempo perchè costa un botto ma ho deciso di farmi una coccola!!

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