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martedì 6 luglio 2010

Sole e sabbia non sono sinonimo di vacanza

Libia. Frontiera Sahara, i campi di detenzione per immigrati del deserto - fonte foto

Lo ha detto il ministro Maroni, che è uno dei pochi leghisti che riesco a sentire senza avere le coliche, da quando la Libia ha chiuso le frontiere le nuove destinazioni dei clandestini sono gli scali aerei internazionali (leggi Malpensa). Che tirasse un vento diverso sul deserto libico lo si era intuito da un pò. Gheddafi e famiglia hanno dato un giro di vite al commercio di esseri umani, sono più interessati ai buoni rapporti con l'Italia e l'UE, un pò meno con quegli extracomunitari degli schfizzeri che avevano arrestato il figlio per maltrattamenti alla servitù.
Ora a giorni alterni si vocifera che vogliano concedere le proprie acque territoriali alla British Petroleum per farci qualche piattaforma estrattiva, o che addirittura la BP se la vogliano proprio comprare. Quello di cui non si parla, però è che i nostri futuri potenziali clandestini vengono rispediti a prendere il sole nel deserto su container in una deportazione di massa che non è esattamente il corrispondente del villaggio vacanze sulla costa.

Attenzione, le immagini sono forti (video di Fabrizio Gatti, L'Espresso).
Spesso tra chi raggiunge le coste libiche ci sono profughi che scappano dalla padella del proprio paese per finire, nel vero senso della parola, nella brace del deserto.
Espulsioni, respingimenti e lotta all'immigrazione clandestina non devono far dimenticare che parliamo di persone e queste hanno dei diritti che non dobbiamo cancellare con un colpo di spugna per sedare le nostre paure.
Ecco il collegamento alla pagina di Amnesty International in cui potete sottoscrivere l'appello e scaricare informazioni su quanto sta avvenendo ai rifugiati Eritrei.

7 commenti:

Crimilda ha detto...

lo avevo visto tempo fa. Tanto noi ItaGliani non siamo razzisti. E ognuno ha gli amici che si merita, noi Gheddafi.

Trippi ha detto...

Ciao Cri: anche io l'ho visto la prima volta mesi fa. Penso valga la pena riproporre cosa intendo con sabbia e sole. non dimentichiamo che il primo genocidio del secolo breve non fu la shoa, ma quello degli armeni, fatti morire con lunghe marce lungo il deserto.

Crimilda ha detto...

si lo so, ma le persone a cui l'ho proposto hanno scosso la testa e detto no, non voglio guardare. Fa troppo male. Anche se non è vero. E' che è meglio non sapere. Ma dimmi, quanto contano le petizioni?

Trippi ha detto...

In questo caso le pressioni hanno spinto la Farnesina a richiedere dei chiarimenti.
Le pressioni dei singoli non servono ma quando ci si muove in massa si possono ottenere dei risultati. E' essenziale creare risonanza e muoversi in sintonia. L'avevano capito anche gli antichi romani ;-) "dividi et impera".

Alberto ha detto...

Difatti questa volta la pressione dell'opinione pubblica ha pesato. Non penso che l'attuale governo abbia sensibilità per queste cose.

Trippi ha detto...

non penso che l'attuale governo abbia sensibilità punto

Alberto ha detto...

OT
Oggi sono passato davanti alla libreria che ti avevo detto praticava gli sconti e non ho più visto i cartelli. Ero di fretta altrimenti sarei entrato a chiedere spiegazioni. Ciao.

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