ancora miti, riti e liturgie di abbordaggio metropolitano

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venerdì 19 giugno 2009

Duro che duri


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di Dottor Stranamore


Miei cari lettori,
ed eccoci finalmente, dopo lungo tentennare, ad un argomento sicuramente saliente nella pratica amorosa, direi quasi essenziale per ogni fanciulla/o che si affaccia all’età dell’amor maturo: la durezza del membro… altrui nella maggior parte dei casi, a volte anche proprio dilemma allorquando l’incontro è tra due giovani virulenti di simil aspetto.
Dopo quest’inizio “Wildiano” (scusate, è che in questi giorni sto finendo Mme Bovary e mi è rimasto un po’ di ottocento attaccato addosso), ritorniamo ai giorni nostri, dicendo che “la durezza” è’ sicuramente uno dei punti solitamente fonte di ansia e delusioni, ma va innanzitutto precisato che l'impotenza totale (cioè quando non si raggiunge mai, proprio mai, l'erezione) è molto rara, e di solito è frutto di una disfunzione fisiologica.
In questi rari casi si può intervenire chirurgicamente, inserendo due tutori all'interno del pene, che possono essere semirigidi (e quindi il pene sarà sempre moderatamente eretto) oppure gonfiabili con una pompetta nascosta nello scroto (e quindi si induriranno all'occorrenza pompando liquido manualmente). Sono operazioni limite, molto rare, servono solo a tenere il pene diritto e non a provoca­re una vera erezione, e non sono certo che siano ottimali per la penetrazione anale (sono pensate per penetrare il ben più cedevole organo femminile), ma piuttosto che una perenne impotenza, dopo ad esempio una rimozione della prostata per tumore, sono meglio di niente.
Quello che i nuovi farmaci curano, invece, sono altre patologie, più spesso associate a problemi psicologici o fisiologici più leggeri. Raggiungere più velocemente l'erezione e mantenerla senza difficoltà ha infatti effetti positivi anche sulla psiche (sia dell’interessato che del di lui compagno/a).
Ma si deve ricordare che sono farmaci e che curano: mai fare da sé!

L'impotenza è lo spauracchio di tutti. La prima volta che il nostro pene si rifiuta di funzionare temiamo di esserci guastati inesorabilmente. Ma sono rari i casi in cui l’impotenza trae origine da una causa fisiologica non eliminabile. Il più delle volte si tratta di un problema psicologico e le nuove medicine sono state la panacea per un sintomo comune a molti mali.
Comunque, che l'impotenza abbia una base fisiologica o solo psicologica, questi farmaci funzionano, e bene. Al contrario di quelli vecchi (papaverina iniettata direttamente nei corpi cavernosi prima del rapporto) che provocavano un'erezione indipendentemente dal desiderio, questi entrano in funzione soIo in presenza di uno stimolo, favorendo l'erezione e aumentandone l'efficacia. Essendo caduto il monopolio Viagra, oggigiorno sostituito quasi interamente dal celeberrimo Cialis, c'è un motivo in più per rivolgersi al medico per la scelta del farmaco migliore a seconda del proprio stato di salute e delle proprie condizioni psico-fisiche, in particolare per i pazienti che soffrono di problemi al cuore (non in senso metaforico, ma puramente fisico).
Vorrei soprattutto ricordare che MAI e poi MAI questi farmaci vanno assunti con altre sostanze quali il POPPER, il cui connubio può essere mortale.
Un effetto rassicurante è già il sapere che esistono questi farmaci. Il sapere di avere a disposizione un farmaco che ci salva da brutte figure dovrebbe già essere di per sé sufficiente a darci la serenità necessaria a farlo funzionare. In questo modo si rompe il circolo vizioso che porta all'impotenza che il più delle volte è causata dall'ansia della prestazione. Una brutta bestia che, detto in soldoni, ti fa dubitare delle tue capacità e della tua attrattiva sugli altri. Pensi che solo una poderosa erezione ti possa rendere desiderato dall'altro ma, dato che l'erezione non te la assicura nessuno, questo ti mette in una situazione di ansia, temendo che scomparendo l'erezione scompaia ogni tuo valore.
Per inciso, anche con l'impotenza, come con il cazzo piccolo o con la vecchiaia o il grasso ovunque, c'è sempre qualcuno per noi da qualche parte. Basta farsi pubblicità con sincerità (cioè con rispetto per l'altro/a). Troveremo quello/a che saprà apprezzarci al di là delle nostri doti da persone normali e non da Rocco Siffredi. Trovo invece patetico rimorchiare vantando improbabili dimensioni quando poi si tirerà fuori un turgido ditino, o mostrando foto di sé che risalgono alle prime guerre puniche, pensando di essere degli “eterni ventenni”. Oltre ad essere patetico è forse anche intimamente patologico e sicuramente infantile.
Accettare il proprio corpo in tutti i suoi aspetti è indice di maturità e serenità, una delle doti più attraenti in una persona. Argomenti interessanti, mi pare: continuia­mo perciò a parlarne il mese prossimo.

Alla prossima, Vostro Dottor Stranamore.

NDR: Questo articolo è stato redatto basandosi in larga parte su articoli del Sig. Pigi Mazzoli pubblicati sulla rivista omosessuale Pride ed è stato qua e là modificato per renderlo più attuale e funzionale ad un pubblico eterosessuale.


martedì 12 maggio 2009

Quanto mi ami?



di Dottor Stranamore

I segnali del desiderio e dell'ammmore non sono gli stessi per ognuno di noi. Si esprimono in modo diverso.


Alcuni miei amici usano i farmaci contro l'im­potenza a scopo, diciamo, ricreativo. Chi ha già erezioni sufficientemente utili può mostra­re durezze granitiche o impegnarsi in rapporti plurimi lunghi 24 ore (a volte ingurgitando tre pastiglie nel corso di una notte). AI di là del fatto che ogni farmaco ha i suoi rischi, e che ognuno è libero di rischiare la propria salute a suo piacimento (io ad esempio fumo), il mio medico mi ha ricordato che essendo farmaci nuovi potrebbero col tempo mostrare danni irreversibili, come ad esempio una dipenden­za o un'inefficacia. Io non correrei il rischio, se appena appena le cose possono funzionare da sole. Bisogna specificare che questi farmaci aiutano l'erezione, ma non il raggiungimento dell'or­gasmo. Capita a volte che l'erezione avvenga ma che sia difficile raggiungere l'orgasmo prima di aver inesorabilmente superato la re­sistenza del compagno, o aver superato la propria soglia di fatica. Quanto si ama non dipende da quanto tempo si copula, né da quanto diventa duro. Non dobbiamo usare questi parametri per capire quanto il nostro compagno ci ama o quanto il nostro rapporto di coppia sia solido.
Ho seguito spesso la trasmissione di sessua­lità e prevenzione su MTV: "Loveline" (per fortuna che c'è qualcuno che parla di sesso, affetto e prevenzione in televisione, e senza distinzioni fra gay ed etero!). In parte sono interessato alle domande, spes­so ingenue, dei telespettatori, ma che danno un certa visione su quella che è la conoscenza delle problematiche legate alla sessualità da parte dei giovani. Talvolta imparo cose nuove o almeno ho la conferma della validità delle cose che già so. La cosa che mi ha colpito molto, e turbato, è la ricorrente domanda rispetto al calo di deside­rio che avviene col tempo all'interno della coppia. A chi telefonava la presentatrice ha chiesto da quanto tempo fossero in coppia, e alla risposta che erano diversi anni ha reagito dicendo qualcosa come "è naturale che dopo qualche anno non ci sia lo stesso desiderio". L'esperto invece ricordava che è naturale che il desiderio non sia costante nel tempo e che avvengano fasi di variazione di intensità. Sono due punti di vista diametralmente oppo­sti: la coppia come rapporto in continua tra­sformazione o la coppia come esplosione di passione che si affievolisce col tempo trasfor­mandosi in rapporto pacato, più profondo for­se, ma dal desiderio più ovattato.
Ma lasciando stare quelle che sono le scelte più coinvolgenti della vita (coppia o sesso istintivo? Possono coincidere?), altre chicche ogni tanto giungono alle mie orecchie golose. C’è da notare che una parte inusitata delle domande poste sia dai ragazzi che dalle ragazze (e sono eterosessuali) sono sul sesso anale. La cosa non mi sconvolge, ho insegnato i miei miglio­ri trucchi a quasi tutte le mie amiche.
Resto invece affascinato dalle disquisizioni su quanto debba durare l'atto sessuale. Ho sco­perto che la fase penetrativa (dall'inserimento all'orgasmo) è mediamente di 5 minuti. lo quando ho incontrato qualcuno che ci metteva solo 5 minuti, l’ho catalogato fra quelli troppo sbrigativi. Invece pare, anzi, gli esperti assicu­rano la correttezza del dato, che la durata cano­nica sia proprio di 5 minuti (la durata di un 45 giri fronte e retro? lo resto fra i 30 minuti e l'o­ra, come dire tra un Lp e un Cd). Ma capisco perché qualcuno temesse di non eccitarmi ab­bastanza o perché altri pensassero che fossi particolarmente insensibile nel mio lato B. L'im­portante è trovare qualcuno coi nostri tempi.
E ancora sto parlando come se la cosa più im­portante fosse la penetrazione, come se que­sta fosse la meta unica a cui tendere.
Invece esiste una intera gamma di opzioni, dalle coccole al sesso orale, dal massaggio al sesso sadomaso.
Scopriamo tutte le vie per raggiungere il pia­cere e cerchiamo di non essere monotoni. An­che cambiando ogni volta compagno di gio­chi non si deve recitare sempre lo stesso co­pione. Dobbiamo avere in mente che quando andiamo a letto con qualcuno ci andiamo con tutto il corpo e con la mente e che l'erezione è solo una piccolissima parte del tutto. Ricor­diamoci che abbiamo delle mani che posso­no accarezzare, degli occhi che possono guardare, delle cosce che possono stringere, delle labbra che possono sfiorare, un corpo che può scaldare e, soprattutto, un cervello che può funzionare, forse la parte più attraen­te di noi. Di queste cose continueremo a parlare il me­se prossimo, ora vorrei invece ricordarvi della prevenzione. Da un po' non ne parliamo, non per questo ci pos­siamo dimenticare che esiste il sesso sicuro e che questo ci evita tanti problemi, anche drammatici. Per rinfrescare la mente e invogliarvi nell'uso del preservativo vi ricordo che vi evita di con­trarre l'hiv, l'epatite B, l'epatite C, la sifilide, la gonorrea, l'herpes genitale, i condilomi.

Alla prossima,

Vostro Dottor Stranamore


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