di Dottor Stranamore
Questo mese lasciatemi sorridere. "Ho beccato lo scolo! Hai in casa dell'antibiotico?". Questa la frase è stata detta e sentita molte volte tra amici al telefono, in tempi pre-aids, quando sembravano esserci solo sifilide (e la Wassermann da fare ogni tre mesi) e scolo (per il quale non servivano esami perché il dolore era tale da non passare certo inosservato). Poi son venute le epatiti, l'herpes, l'aids ... e ci siamo dimenticati le buone malattie di una volta, col risultato che si sono nuovamente diffuse a macchia d'olio, o per meglio dire di lubrificante.
Parliamo quindi della gonorrea, detta anche blenorrea o blenorragia o, come si dice comunemente con un succoso eufemismo, "scolo". Essendo una malattia che se non curata può portare alla sterilità è rimasto l'obbligo di denuncia da parte del medico e quindi la non anonimità dell'esame. Abbiamo parlato di antibiotici, ed infatti l'agente patogeno è un batterio, il Gonococco di Neisser, visibile al microscopio, tanto è vero che l'esame consiste nella ricerca visiva di questi batteri che di solito stanno in coppie e assumono la forma di chicchi di caffè. L'esame è importante perché potrebbe essere scambiata per gonorrea un'altra infezione, oppure altre patologie potrebbero essere presenti contemporaneamente, e dall'esito dipende la cura adatta.
Descrivere i sintomi della gonorrea non è così semplice come si crede, dipendendo dall'organo infettato e da fattori personali. Dipende dalla sede dell'infezione.
Se colpisce l'uretra il sintomo principale, dopo un periodo variabile da 2 a 8 giorni dal contagio (ma di solito l'incubazione è tra 2 e 3 giorni al massimo), è un dolore anche forte all'atto della minzione (cioè far pipì) e perdite verdognole dall'uretra, inizialmente solo spremendo il pene, in seguito spontaneamente, sporcando notevolmente le mutande. Ci si accorge benissimo di essere infetti, il solo rischio è di scambiare per scolo un tipo diverso di uretrite e di fare la cura sbagliata. Le perdite sono contagiosissime, lavatevi le mani dopo aver fatto pipì, almeno in questi casi, sporcaccioni ...
Se invece si contagia l'intestino potrebbe essere difficile accorgersene. Manca il dolore, ma potrebbe aversi del prurito all'ano, soprattutto delle lievi perdite gialline che lasciano la loro traccia sulle mutande chiare (ma chi le porta più le mutande bianche?). L'esame è il mezzo per scoprire l'infezione, ma una scia di amici che telefonano dicendo di avere lo scolo dovrebbe farci insospettire che forse siamo stati noi ad infettarli, specie se ci hanno trombato senza preservativo, o anche solo lo hanno "appoggiato".
Altra possibilità è infettarsi alla gola. I sintomi sono quelli di un normale mal di gola batterico: dolore e catarro verde. Ma, data la forte contagiosità e la relativa frequenza di rapporti orali non protetti soprattutto nelle fasi iniziali, la già menzionata fila di amici infettati dovrebbe farci fortemente insospettire e controllare. Avvisare gli amici è il mezzo migliore, più intelligente, più corretto e responsabile per fermare l'infezione.
Abbiamo parlato di antibiotici, che in effetti sono la terapia giusta, ma la scelta dipende dal ceppo di batterio che ci ha colpiti (ce ne sono diversi). Qui, diciamolo chiaramente, solo i medici dei centri MTS hanno l'esperienza adatta per evitare di dover ricorrere più volte alla cura per via di fallimenti per errori di prescrizione. Molto spesso il medico di famiglia, trattando in modo standard l'infezione, ci espone al rischio di recidive con una frequenza, secondo la mia esperienza, davvero troppo elevata. Perché sono in circolazione batteri antibiotico-resistenti provenienti dal sud-est asiatico che non si arrendono alle normali cure. Se non si cura l'infezione potrebbe colpire altri organi, come articolazioni, cuore, cervello ... per cui meglio non sottovalutare, anche se dovesse essere in zone meno fastidiose come ano e gola.
Come prevenire? Come ricordato si tratta di una malattia contagiosissima, per cui spesso il contagio avviene anche osservando le norme di sesso sicuro che già seguiamo (vero?) per prevenire l'Aids. Cioè usare il preservativo nella penetrazione fin dal primo momento. Non è la sicurezza assoluta ma abbassare il rischio è già qualcosa, ed è gratis. Non due malattie in meno al costo di una, siamo già alla settima malattia in meno con lo stesso accorgimento, il preservativo. Meditiamo, mi sembra un buon affare. Considerando che se per prevenire l'Aids pare sufficiente evitare lo sperma in bocca, per lo scolo, così come avevamo già detto per epatite e sifilide, è necessario usare il preservativo fin dal primo momento anche nei rapporti orali.
Per essere chiari su quanto è contagioso: se uno infetto al pene si masturba e poi con la stessa mano (con tracce del siero che si produce) vi esplora quasi innocentemente l'ano, be', avete delle probabilità di infettarvi. Le stesse anche nel caso contrario, cioè che l'infezione sia all'ano e con la stessa mano che lo tocca ci si masturbi. Sempre per darvi l'idea: se lo avete alla gola e lo prendete in bocca, qualcuno lo infettate di certo. Due miei amici sono stati infettati di gonorrea dalla stessa persona, ad un anno di distanza. Lo stesso che ha infettato di sifilide un altro mio amico. Probabilmente non è una persona che si controlla spesso. Il suo nome è ora sulla bocca di molti come uno da evitare.
Controlli periodici (lo screening) presso un centro MTS, informazione, attenzione ai sintomi, sesso sicuro, forse gli avrebbero evitato una fama indesiderata. Essere ignoranti non ci rende meno colpevoli. Essere responsabili e consapevoli, per noi e per gli altri, si deve! La libertà (sessuale) vale un piccolo sacrificio.
Con questo mese abbiamo esaurito le malattie più diffuse, meno male! Orsù, tutti a cercare sulla rubrica telefonica il centro MTS più vicino a noi, anziché fare solo inutili gesti scaramantici. Il più potente gesto scaramantico (l'ho già detto?) è srotolare un bel preservativo sul cazzo duro! (e lasciatemi dire cazzo duro, una buona volta!).
Sempre Vostro, dottor Stranamore.
Attenzione: Si cita come fonte tecnico-scientifica l'articolo del Sig. Pigi Mazzoli sulla rivista Pride nell'agosto 2002 che sentitamente si ringrazia
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