Ieri sera, caso più unico che raro, mi sono ritrovata da sola in casa a mangiare patatine in busta e guardare un programma in tv. In questi giorni siamo reperibili sia io che il mio compagno e lui era fuori per una chiamata. Dunque padrona del telecomando! Ne ho approfittato per mettere Falò, un programma di approfondimento giornalistico della RSI, la televisione della vicina Svizzera. Il primo servizio trattava l'importanza della scuola nello stimolo dei ragazzi plusdotati e come sia necessario prevedere una struttura di sostegno anche per questi bambini esattamente come avviene per i casi inversi.
Il secondo servizio, invece, andava a toccare un tasto dolorante nel cattolicissimo Ticino, indagando le modalità con cui la chiesa cattolica, ancora intoccabile e intoccata nella regione, ha insabbiato e continua a insabbiare i casi di pedofilia. In un'intervista a un vescovo locale venivano così distinti dall'uomo di chiesa i livelli di pedofilia da occasionali (dunque non gravi) a irrecuperabili. Nel primo caso l'equazione ricavata dall'uomo di fede era che il sacerdote fosse recuperabile e dunque spostato altrove, nel secondo caso, quello irrecuperabile la soluzione era l'allontanamento dal magistero. Il tutto, beninteso, senza assunzione di responsabilità, perchè il datore di lavoro non è responsabile del cattivo comportamento del proprio dipendente.
Ah beh! Non l'avevo mai vista da questo punto di vista, la chiesa come datore di lavoro e il sacerdote come impiegato/operaio.
Veniva poi mostrata una lettera con cui lo stesso vescovo offriva una considerevole somma di denaro in cambio del silenzio della famiglia.
E in Italia? Ecco che nel gioco delle parti della difesa del proprio spazio e dei propri privilegi, della mancata "assunzione di responsabilità" nei confronti degli innocenti giocano tutti sporco. La Lega in cerca di un riscatto del consenso invoca
l'ubiquità del crocefisso. Un quartiere di Milano
invoca il silenzio e fa cessare le attività dell'oratorio, perchè il chiasso dei bambini e dei ragazzi disturba. La chiesa si
"addolora e sconcerta" quando "scopre" che uno dei propri ministri è un tossico e un pedofilo solo dopo che questo finisce in galera, intercettato nei suoi deliranti SMS per puro caso.
Per quanto io sia una miscredente sono cresciuta in un'ambiente cattolico, in cui le tappe di formazione dei bambini e dei ragazzi erano contrassegnate dalla comunione e dalla cresima, in cui il sacerdote e la sua parrocchia riassumeva in se un compito di aggregazione fondamentale. L'oratorio, il cinema parrocchiale, le colonie estive e gli educatori dell'ACR sono state il fulcro attorno al quale è ruotata la crescita di moltissimi altri italiani. Ma quanti genitori saranno disponibili ad affidare ancora i propri figli nelle mani di questi "dipendenti"?
Se non si è disposti a fare pienamente luce su quanto è avvenuto, avviene o può avvenire, in queste tappe fondamentali della crescita di un ragazzo, come si può pensare che al centro dei pensieri dei fedeli ci sia un simbolo di fede che diventa sempre più un simulacro vuoto di qualsiasi riferimento al sacrificio e all'assunzione di responsabilità.